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January 9, 2013

People I know. Luana Di Maio, dal Ministry of Sound alla rete, passando per la tv

Anna Quinz

Luana Di Maio si definisce una donna con la capacità di reinventarsi ogni giorno. “Gli unici punti fermi della mia vita” – dice – “sono l’età (dalla quale non si scappa), 38 anni, e il fatto di essere mamma di due maschietti di 3 e 7 anni”. Nata a Bolzano ha vissuto in Inghilterra per 15 anni. Appena arrivata a Londra ha lavorato come barista per imparare l’inglese. Da barista è entrata a fare parte del team del Ministry of Sound, mecca mondiale della musica elettronica, luogo di culto da cui tutta la musica nuova passa, è passata e passerà. Lì per anni è stata direttrice artistica. A Londra ha lavorato anche per la televisione, il cinema, la pubblicità. È stata testimonial ufficiale delle scarpe Clark’s, ha avuto una parte nel film “Jason and the argonauts” ed è apparsa in molti video. Tornata in Italia ha lavorato in Rai come ballerina in un corpo di ballo e in Mediaset come conduttrice per vari programmi di musica. Da quando è rimasta incinta, ha iniziato a utilizzare internet e se ne è innamorata. Oggi Luana si occupa, a Bolzano, di social media marketing a Bolzano con le Web Angels, un lavoro perfetto per una persona aperta, curiosa e piena di idee, come lei.

Colpisce l’esperienza al Ministry of Sound, luogo davvero mitologico, come ci sei arrivata? Che esperienza è stata? Perché è finita?

L’ esperienza al Ministry e’ iniziata per caso. Mi sono inserita prima come ballerina poi pian piano mi sono fatta strada fino ad arrivare a curarne l’ animazione. Non solo nel club, ma anche per il tour mondiale e lo spettacolo del Millenium Dome nel 2000. È stata un’esperienza ricca. Sono tornata semplicemente perché la vita era troppo caotica, troppo veloce.

Cosa ti ha lasciato la frenetica Londra? E dopo Londra, il ritorno nella piccola Bolzano. Difficile?

Londra mi ha lasciato l’apertura mentale a 360°. Mi ha fatto capire che tutto il mondo è paese e che se si scappa da qualcosa, quel qualcosa prima o poi torna, i problemi si devono risolvere dentro se stessi. Tornare a Bolzano è stato strano. La vita qui è completamente diversa. Si parla quando si prende il pane. Poi, alla fine se decidi che devi correre corri anche qui, solo che qui hai la percezione di correre più lentamente. Mi accorgo che chi ci vive da sempre non la apprezza, ma per me è una città perfetta. E il mondo l’ho girato tutto!

La televisione, altro mondo frenetico. Stesse domande, come ci sei arrivata? Che esperienza è stata? Perché è finita?

Tornata da Londra non ero pronta per Bolzano, serviva una via di mezzo, così mi sono trasferita a Milano. Il fatto che arrivassi da Londra e conoscessi bene l’inglese, il Ministry, le esperienze alla Tv Inglese, il fatto di aver avuto un gruppo e un tour alle spalle, ha aiutato molto i casting che facevo. Quello televisivo è un mondo a parte. Viaggiavo più di un rappresentante. Devi essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Non puoi permetterti la sindrome premestruale se vuoi arrivare in alto, devi essere sempre sorridente, positiva. In quel campo l’abito fa il monaco. Diciamo che oggi mi manca il contorno di quel mondo ma di certo non il far finta di essere chi non sono.

Ora il tuo lavoro è il web. Cosa fai di preciso, nella rete?

Ho iniziato ad amare internet più o meno nel 2004. Mi è sempre piaciuto scrivere e internet mi dava la possibilità di tenere un diario online. Poi è arrivato facebook. Avevo un gruppo di mamme e mi divertivo un sacco con loro (eravamo circa 30.000 e nel 2007 erano tantissime!). Poi Twitter, Pinterest, Google+… pensatene uno, e io sono iscritta! Ho tantissimi progetti legati ai social network e vengo costantemente aggiornata sui vari cambiamenti e sulle varie strategie da usare online. È un mondo pazzesco, in cui posso essere chi sono e ci sto benissimo.

Da mamma nel web, come ti regoli con i tuoi figli rispetto all’uso di internet?

A Natale riceveranno il loro Tablet. Ci sono giochi fatti apposta per loro, libri parlanti, racconti, fiabe, giochi interattivi. I miei figli giocano con il pongo, con il Lego, con qualsiasi cosa trovino per casa. Sono due bimbi creativi. Però la tecnologia è parte della loro generazione e tenerli lontani non farebbe altro che renderli ignoranti in materia. Preferisco insegnare come usare questi strumenti a loro favore. E poi, a scuola tra poco avranno tutti l’Ipad. Meno peso in cartella! Anche se poi all’esterno promuovo progetti come il “Girolibri”: porti un libro e lo scambi con un altro.

Sogni e progetti per il futuro?

Come mamma sogno un futuro ecologicamente perfetto che garantisca ai miei figli salute e felicità. Mi piacerebbe poter dare loro l’infanzia che hanno avuto i nostri nonni quando a Bolzano ancora esistevano gli orti e gli animali erano liberi in cortile. Come madre e come donna mi ritengo fortunata: ho due bambini dolcissimi e un lavoro che mi gratifica. E come dice Paulo Coelho: “La fortuna della vita consiste nell’avere sempre qualcosa da fare, qualcuno da amare e qualcosa in cui sperare Scegli un lavoro che ti piace… e non dovrai lavorare neppure un giorno della tua vita”.

Pubblicato su Corriere dell’Alto Adige del 23 dicembre 2012

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