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January 8, 2013

Hänsel und Gretel: un’opera (per grandi e piccoli) da vedere perché…

Anna Quinz

A dirci le tre ragioni per le quali vale la pena andare a vedere (sabato 12 alle 20.00 e domenica 13 alle 17.00, al Teatro Comunlae di Bolzano) l’opera “Hänsel und Gretel” di Engelbert Humperinck (allievo del grande Wagner) è il direttore Ekhart Wycik, che dirigerà per l’occasione l’orchestra Haydn:

1. Perché è un’opera breve.
2. Perché non è un’opera complicata.
3. Perché è un’opera bella.

Ecco, brevità, semplicità, bellezza, sono – a detta di Wycik – le tre qualità principali di questo lavoro, che – a detta invece di Manfred Schweigkofler, direttore della Fondazione Teatro di Bolzano che produce il progetto – è sopratutto perfetta per avvicinare al mondo dell’opera tutti quelli che pensano che sia una cosa “lunga, complicata, probabilmente brutta”.
La storia, concepita dalla fantasia dei gloriosi fratelli Grimm, è nota. I due piccoli fratellini Hänsel e Gretel (interpretati da due donne, lui dall’altoatesina Sabina Willeit, lei da Susanne Geb), per via della povertà della loro famiglia vengono scacciati dai genitori che non possono mantenerli. Fuggono nel bosco, cercando di ricordare la strada di casa e vengono “rapiti” dalla strega cattiva (qui un uomo, Jens Krogsgaard) che vuole mangiarli. Una storia tragica, fatta di povertà, doloro, abuso, ma anche di coraggio, che nonostante il pan di zenzero e la brutta faccia della strega, funziona perfettamente anche oggi, dove povertà dolore ed abusi (ma anche il coraggio) sono – ahimé – ancora pane quotidiano di molti. Ecco perché il regista Michael Hunt decide di ambientare la fiaba nell’oggi, con una famiglia povera che vive ai margini della società e che dai margini deve prendere decisioni dolorose, specchio amaro di tante storie del nostro tempo. Il tutto, in un lavoro che funziona per i bambini, che sfrutteranno la loro visione privilegiata, ingenua, pura, e per i genitori/adulti, che attraverso altri piani di lettura, lanceranno uno sguardo sula propria condizione parentale, sulle condizioni del vivere, sulle problematiche degli abusi e della violenza sui piccoli.

Dunque, certo – come sottolinea Wycik – non è un’opera complicata né lunga, ma è comunque una storia che apre molti spiragli e chiavi di interpretazione, dà molti spunti di riflessione, pur non dimenticando il suo intento ludico, il suo voler far divertire, il suo essere leggera quanto basta per far passare 2 ore piacevoli nel mondo dell’opera, senza rimanere troppo traumatizzati, se all’opera non si è avvezzi.

www.teatrocomunale.bolzano.it

 

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There is one comment for this article.
  • Emilia Campagna · 

    L’opera è davvero bella, gioiosa, capace di conciliare semplicità e complessità, ma anche “l’alto” (la ricchissima orchestrazione di tipo wagneriano) e il “basso” (le melodie popolari, le filastrocche infantili): il risultato è un piccolo gioiello, non se lo fanno scappare quelli di Radio3-Suite che lo trasmetteranno in diretta nazionale! Buon ascolto radiofonico a quanti sabato non saranno in teatro ma si sintonizzeranno sulle frequenze di Radio3 Rai.

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