Paranormal Activity 4

Paranormal Activity 4
La cosa più paranormale è tentare di provarci ancora.
I primi tre episodi sono legittimi e si articolano in un crescendo narrativo che con il terzo episodio arriva alla sua logica fine.
Ogni singolo episodio ha inoltre un suo climax di tensione e un interessante rapporto con il mezzo tecnico di ripresa.
Nel quarto episodio tutto ciò è assente ed ogni pretesto di legittimare questa inutile appendice, crolla miseramente di fronte ad un vuoto creativo che riesce a spaventare più dei demoni che aleggiano nella casa maledetta.
Le critiche arrivano inaspettatamente anche dai molti onnivori adolescenti dal volto solcato dall’acne e dalla “risata fragorosa e terribile”.
Un commento che mi ha colpito particolarmente è stato il seguente: “bah… il tre mi sembrava molto più serio”. E questa è la prova che se un capolavoro lo riconoscono in pochi, un bidone come Paranormal Activity 4 lo riconosce chiunque.
Questa volta il mezzo di ripresa erano 4 portatili Apple sparsi per la casa… Oooooh, il numero quattro ricorre! (forse meglio consultare la cabala).
Un altro effetto da tecnologia low-budget utilizza il reticolo a raggi infrarossi utilizzato dai dispositivi Kinect per il rilevamento dei movimenti e sul quale, forse un critico veramente intenzionato a difendere questo Junkmovie, potrebbe dilungarsi scomodando la famosa tecnica del puntinismo pittorico.
Poiché non mi ritengo ne un critico e neppure intenzionato a giustificare questo spreco di tempo, consiglio di vedere altri film in programmazione al Cineplexx.