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November 27, 2012

Cradle Rockers #27 Una mattina qualunque. La sveglia urla, il vicino sordo, sotto, pure.

Gloria Gaio

Una mattina qualunque. La sveglia urla, il vicino sordo, sotto, pure. Mi alzo, mi vesto in un nanosecondo e vado a svegliare le mie bestioline. Lo Zombie Ubriaco è intrecciato alle coperte in maniera contorsionistica, eppure in pochi secondi si sgarbuglia e si alza in piedi, con lo stampo del ciuccio sulla guancia, una cresta da galletto ridicola in testa per via dei pochi peli che le si rizzano verso l’alto, e inizia il suo solito gorgheggìo, segno evidente che l’uomo discende davvero dalle scimmie. L’altra, La Cosa, L’Innominabile, grugnisce sotto il piumone, con la testa inchiodata sotto il cuscino, la bavetta di saliva che crea macchioline tonde nel letto, il sedere in alto che spesso emette i suoi gas mattutini, segno abbastanza evidente che Eva flirtò pesantemente con un orco prima di dare vita alla stirpe umana, cornuti noi.

“Dai, in piedi Amelia, ci vestiamo e facciamo colazione!”

“No! Io rimano qui!”

Fortuna che la mia amica Adriana mi ha passato un ciondolo di legno che raffigura l’arca di Noè con gli animaletti che penzolano. Attaccato vicino al fasciatoio, distrae Lo Zombie mentre la vesto. In cambio Anita mi ricorda che il leone fa “Aaaaaahhhhhh!”, il coccodrillo fa “Aaaaaaahhhh!” e pure la papera fa “Aaaaaaaahhhh!”.

“Amelia svegliati!!”

“NO!”

Alzo il piumone. La Terribilessa è lì, pare acefala perché il cuscino le copre la testa. In questi giorni vuole dormire coi calzini, rigorosamente rosa. Guai ai calzini non rosa, perché “io sono una donna, non una maschia”. Allora provo a dirle:

“Vuoi metterti la gonna?”

“NO!”

“Il vestito che ti ha regalato la Oma?”

“NO!”

“Amelia ma che vuoi?”

“Vojjo mangiare!”

“Vuoi mangiare i vestiti?” (godo a metterla in difficoltà)

“Ma no.. io mangio i loacker!” dice sorridendo

“Allora vestiti che andiamo a mangiare i loacker!”

E la parola “mangiare” risveglia Lo Zombie Ubriaco, che si dirige barcollando ma decisa verso la cucina (“Aaaaaaahhhh!”) con le braccia protese in avanti. E intanto che Amelia si sveste e si riveste, Anita ha fatto in tempo a farsi un giro in cucina e tornare disperata, affamata, illusa di aver perso la colazione.

“L’etichetta va dietro, mamma”

“Brava, tirati su i pantaloni adesso”

“Le mutandine no?”

“Quelle le hai già su”

“Ah si.” (come dire “t’oh, mica me ne ero accorta!”)

 

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