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November 22, 2012

Niente fughe di cervelli con le “eurovisioni” di Liberamente

Luca Sticcotti

L’edizione 2012 di Liberamente si intitola Eurovisioni. Ne avete già letto su Franz che vi ha anche invitato a dire la vostra su quello che sarà il futuro del continente di cui facciamo parte, nelle sue diverse articolazioni, dal micro al macro e viceversa. Per capire meglio come funziona quest’anno Liberamente che è – lo ricordiamo – un’iniziativa formativa unica nel suo genere in quanto realizzata da giovani per i giovani stessi, abbiamo avuto occasione di fare una chiacchierata con Alessandro Huber. Classe 1987, bolzanino, Alessandro ha frequentato il Liceo Scientifico Rainerum, si è laureato in storia contemporanea (laurea triennale) e in filosofia (laurea magistrale). Dopo un anno di Erasmus a Berlino, ha partecipato a progetti per giovani come Liberamente, il Treno della Memoria e il Festival delle Resistenze, divenendone oggi uno degli organizzatori.

Alessandro, come sta andando Liberamente 2012?
Molto bene. Il primo incontro, quello con Ilvo Diamanti, è stato molto seguito. La sala era piena ed i partecipanti hanno risposto tutti molto bene. Quest’anno abbiamo avuto molte più iscrizioni rispetto ai 60 posti disponibili ed abbiamo potuto fare una selezione in base alle competenze linguistiche e alle motivazioni. Abbiamo constatato che i profili dei ragazzi iscritti sono davvero alti. La fascia d’età va dai 16 ai 25 anni con predominanza dei ragazzi e quarta e quinta superiore, con qualche universitario in più rispetto alle precedenti edizioni. Alla fine dell’attività viene rilasciato un attestato che dà luogo a crediti formativi scolastici.

Quest’anno la prospettiva europea, già presente nelle precedenti edizioni, è ulteriormente rafforzata.
Sì, quest’anno il tema è Eurovisioni perché siamo convinti che è all’interno della dimensione europea che le nuove generazioni devono muoversi.

Se un giovane trova da lavorare in un altro paese europeo oggi non possiamo più parlare di una “fuga di cervelli”?
Se pensiamo ad un’Europa di nazioni è una fuga. Se pensiamo invece ad uno stato europeo fatto di tante diverse nazionalità che si trovano in una macroregione o in una federazione europea io penso che sia invece un contributo al benessere del continenente. Nel senso che se noi pensiamo come economie nazionali di avere una qualche chance contro le economie emergenti evidentemente non ce le abbiamo. Se invece pensiamo al mercato europea, al prodotto interno lordo europeo, alla mole di cultura che produce l’Europa, ci accorgiamo come immediatamente ci troviamo ad essere al primo posto in tutte le classifiche possibili e immaginabili.

All’interno di Liberamente trova spazio anche la dimensione di critica e anche di rifiuto che da sempre è uno dei tratti caratteristici del mondo giovanile?
Liberamente non è allineata, non è una scuola di partito, non è un indottrinamento. Non mancano gli spazi per esprimere le critiche, come è accaduto quest’anno anche nel corso del primo incontro con Ilvo Diamanti quando è stato affrontato il tema attuale e delicato dell’immobilismo e l’invisibilità dei giovani. Il confronto franco tra il mondo degli adulti e quello dei giovani è uno dei fondamenti di Liberamente. Il nome stesso della manifestazione sta ad indicare che il dibattito ed il contraddittorio vi sono di casa. Non c’è uno che insegna ed altri che ascoltano. Ci sono persone che dialogano e intrecciano relazioni anche con personaggi come Tito Boeri, che incontreremo il 23 sera a Merano.

A Merano Liberamente proporrà un vero e proprio campus, una dimensione di confronto costruttivo e creativo che purtroppo è carente – a quanto dicono gli studenti – alla Libera Università di Bolzano.
Nei confronti della LUB sono estremamente critico. A addirittura non pare nemmeno un’università. Se non si aprono corsi di laurea che stimolino il dibattito e il confronto secondo me è problematico parlare di università e soprattutto di “libera università”. La comunità degli studenti iscritti all’università di Bolzano non vive la città. Bolzano ha costruito l’università ma non è diventata una città universitaria e non lo diventerà mai se va avanti così. La cosa secondo me è legata al fatto che non ci sono discipline umanistiche. E’ assurdo che a Bolzano non ci siano né Lingue né la scuola per interpreti e traduttori, no? Chi ci ha ragionato a questa cosa? Volevano degli esecutori e non delle persone in grado di pensare? A Liberamente invece vogliamo persone pensanti, a costo di sentir criticare, anche aspramente, chi finanzia questa iniziativa. A Merano i partecipanti a Liberamente d’altronde impareranno ad elaborare una proposta, accettare le critiche e rispondere alle stesse. Sono cose che di solito non si imparano a scuola ma che sono molto importanti.

Il percorso poi prevede una tappa finale a Bruxelles.
Proprio così, dopo gli stimoli e il progetto elaborato a Bolzano e Merano, i partecipanti si recheranno a Bruxelles per implementare ulteriormente il loro lavoro che sarà definitivamente presentato alla cittadinanza a fine aprile in uno spazio all’interno del Festival delle Resistenze. Una manifestazione quest’ultima che, voglio ricordare, è figlia di Liberamente. A Bruxelles i ragazzi di Liberamente incontreranno diverse persone che lavorano concretamente per l’Europa.

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