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November 12, 2012

Ursula Tavella, disegni fotografie costumi teatrali, partendo da una valle ladina

Anna Quinz

Al prossimo appuntamento con l’Aperitifs Ladin (mercoledì 14 novembre, h 18.00, Museion Passage) si discuterà di pittura e fotografia. Che i ladini abbiano una forte predisposizione all’arte, è cosa nota, ecco perché questi temi sono sempre così interessanti da approfondire proprio con chi dalla valle è andato nel mondo per coltivare la propria creatività, e poi a volte, alla valle è pure tornato. Come Ursula Tavella, costumista che vive tra Milano e la valle, appunto. Lei e Gabriele Grones, pittore, saranno gli ospiti di mercoledì. Ed ecco qualche domanda a Ursula.

Ursula, come sei arrivata dove sei arrivata?

Non sono arrivata, sto percorrendo…

Quale il tuo percorso?

Sono passata dalla pittura e fotografia alla grafica per poi passare alla scenografia, riscoprendo il disegno, infine catapultata nei costumi teatrali.

Vivi tra Milano e La Valle, pregi e difetti delle due “case”?

A milano ho studiato e ci lavoro, per quanto tempo ancora non lo so. a la valle invece ho le mie radici, è un posto fantastico che mi ha dato e dà tanto. sono due posti opposti in certi versi e perciò si attraggono e si respingono con un certa frequenza.

Mettere i vestiti ai personaggi del teatro, cosa significa per te? Ti piace perché?

Il modo di vestire è un linguaggio non verbale, rivela informazioni sulla persona, sul personaggio. Trovare e capire un personaggio è una sfida interessante.

Mai pensato di mettere i vestiti anche alla gente comune? La moda ti interessa, ti piacerebbe farla?

Si, ci penso in continuazione, ma non per interesse alla moda, per me osservare la gente fa parte del mio lavoro. se penso a vestire “gente comune” non lo faccio in base ai canoni della moda, ma in un modo per valorizzare una persona, per dare visibilità a una parte di essa.

Disegno e fotografia, le tue passioni, perché?

Perché sono i miei mezzi d’espressione, il disegno perché mi permette di avere su carta emozioni e pensieri che difficilmente riesco ad esprimere a parole, la fotografia come mezzo di documentazione.

La tua “ladinità” ti ha influenzato, o ti influenza? Se si, come?

Si, credo di si, in che maniera è difficile a dirlo. Credo faccia parte del bagaglio che mi porto dietro ovunque io sia. Sia il paesaggio che il far parte di questo minuscolo e antico gruppo linguistico portano a influenzare la gente che ci cresce dentro sopratutto emotivamente. Nella parte più concreta mi porto dietro linee di costumi, stoffe e colori.

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Comments

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There is one comment for this article.
  • jc · 

    La Valle (o meglio La Val) è il nome del paese, quindi non la valle – alla valle – dalla valle ma, semplicemente, La Valle ;)

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