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October 29, 2012

Amour

Andrea Beggio

Michael Haneke è un gigante e con questo dramma commovente non fa che confermare questa ormai diffusa impressione.

Amour ci racconta il calvario di una coppia di ottantenni (Emmanuelle Riva e Jean Lous Trintignant) nel dolore estremo della malattia e della morte.

Haneke è uno scultore eccezionale e, pur usando l’accetta per scolpirli, i suoi personaggi trasudano un’umanità profonda e una disperazione inconsolabile e di fronte alla quale qualsiasi norma sociale o prescrizione religiosa diventano inutili orpelli.

Di fronte alla morte e alla sofferenza la cultura, la sensibilità artistica ed ogni creazione materiale o spirituale umana non solo non aiutano ma accentuano ulteriormente i patimenti umani.

Anche sulla famiglia e sui figli (Isabelle Huppert ) la scure di Haneke si abbatte con forza e, come in ogni sua opera, anche in questo caso la morte arriva in modo improvviso ed inevitabile come una cura per ripristinare l’ordine delle cose.

Che Haneke, tentando un parallelismo con Kubrik, sia un uno dei più grandi autori del nostro secolo, è confermato dalla grande attenzione per gli aspetti filosofici, per il respiro umanistico e per la grande attenzione per la musica e per l’arte in generale, tutti ingredienti importantissimi che costituiscono le opere di entrambi.

Da non perdere (al Filmclub)

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