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October 26, 2012

L’amore ai tempi della pensione. Romanzo di Nadia Scappini

Reinhard Christanell

È in libreria da qualche settimana il primo, appassionato e appassionante romanzo dell’autrice trentina Nadia Scappini, Le ciliegie sotto il tavolo (Marietti, 214 pagine, € 15,00). Le ciliegie del titolo, sia detto per inciso, c’entrano poco con tutta la storia – anzi oserei dire nulla.

Perché la vicenda che Nadia Scappini racconta (e, immagino, in certo qual modo anche tormentato ri-vive – basti pensare ai principali luoghi del romanzo: Trento, Trieste, Istria, il Polesine) riguarda due esseri umani, umanissimi direi, descritti (nel romanzo si alternano nel ruolo di io narrante – con il protagonista maschile dotato di una innegabile sensibilità femminile) tra non sempre confortanti esperienze di vita e legittime, direi inguaribili aspirazioni; un uomo e una donna, Livio e Cosetta, insegnante pensionato (ante Fornero, ovviamente) lui, vedova precoce lei.

Due non giovanissimi, dunque (l’amore ai tempi della pensione, verrebbe da dire), che si incontrano per caso in un negozio di mobili di Ferrara – dove la donna lavora part-time e lui cerca una cucina per la nuova, a lungo agognata casa definitiva (si sa quanto conti, nella nostra vita, la collocazione scelta o, nella maggior parte dei casi, subita) – e tuttavia imbastiscono una relazione d’amore di una tenerezza struggente, al limite della favola: che l’autrice, per fortuna, ci – e si – risparmia.

Amore, dunque – ma non solo. Il territorio che Nadia Scappini esplora, rivisitando scrupolosamente (in certe pagine fin troppo) le storie non solo dei due protagonisti ma anche quelle dei loro congiunti e amici, e in cui a tratti, quando forse tra le zolle affiorano (inaspettati?) frammenti di vissuto proprio, rischia di impantanarsi, è quello della vita umana nel suo complesso, a volte incomprensibile o addirittura insopportabile farsi e disfarsi, insomma la strada che ciascuno di noi percorre, tra dolore, disperazione e incrollabile fiducia, strada che l’autrice, per così dire, lastrica con una religiosità radicale, genuina, per certi versi primitiva.

Un libro ricco, intenso, commovente. Da leggere. Con la curiosità di scoprire cosa Nadia Scappini, già autrice di alcuni interessanti volumi di poesia,  saprà raccontarci in futuro dopo essersi tolta questo peso non indifferente dallo stomaco.

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