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October 12, 2012

Ecco il bando per i progetti della Capitale della cultura, Viganò “Bene, ma non basta”

Marco Bassetti

Dopo la prima fase di studio e consultazione, è partita la fase due. Con la presentazione del Bando di concorso per lo sviluppo di progetti a sostegno della candidatura di Bolzano, la partita enorme, strategica, della nostra candidatura a Capitale europea della cultura entra nel vivo. Fin qui c’è chi c’ha creduto, chi ha fatto finta di crederci, chi ha lavorato con convinzione “dietro le quinte”, chi è entrato nella partita consultiva come esperto, professionista o imprenditore e chi, la stragrande maggioranza della popolazione, non è stato nemmeno sfiorato dalla cosa. Ebbene, è l’ora del cambio di passo. Da qui al 2019 occorrerà lavorare di buona lena se il Nordest, e con esso l’Alto Adige, vorranno avere un qualche peso in questo percorso e sopravvivere alla concorrenza, qualificata e agguerrita, delle altre aree candidate. Occorrerà coinvolgimento diretto e capillare della popolazione locale, attivazione delle diverse anime e realtà del territorio, progettualità condivisa e di ampio respiro. Occorrerà generare un ampio movimento d’opinione, sostegno e partecipazione. Viceversa, non finiremo soltanto sconfitti ma anche completamente ignorati, perfino dai nostri partner.

Ora, la questione è capire se questo sia lo spirito che anima l’impianto del bando presentato, lo scorso 9 ottobre, da Provincia, Camera di commercio, Fondazione Carispa e Confcooperative. La dinamica di partecipazione è la seguente: possono fare domanda le associazioni che da più di un anno ricevono finanziamenti dalle tre ripartizioni della Provincia (Cultura italiana, tedesca e ladina); le associazioni avranno tempo sino all’1 dicembre per presentare domanda; accanto alla valutazione dell’originalità (25 punti), qualità (25 punti) e fattibilità (25 punti) del progetto, verrà premiata la sinergia tra associazioni (25 punti); ogni progetto potrà beneficiare del contributo di 4.500 euro; l’ammontare complessivo dei premi è 45.000 euro. Se la matematica non m’inganna, verranno promossi nel complesso 10 progetti, che – cito testualmente – potranno “trovare concreta realizzazione nell’anno di candidatura 2019”. La domanda nasce spontanea: e da qui al 2019? E poi, ok la sinergia tra gli operatori, ok il finanziamento di 10 progetti del territorio, ma la condivisione di un disegno comune, la definizione di una direzione creativa condivisa alla base delle diverse azioni? Senza di questo, il rischio non può che essere la frammentazione dell’offerta, lo sparpagliamento degli intenti, la debolezza della spinta propulsiva, la fragilità dell’idea progettuale.

“L’Assessore Tommasini l’aveva promesso in occasione dell’incontro con le associazioni al Trevi e la promessa è stata mantenuta, questo è certamente positivo – riflette Antonio Viganò, attore e regista, Direttore artistico del Teatro la Ribalta – ma io pensavo che questa dovesse essere davvero l’occasione per contagiare l’intero mondo culturale attorno ad un progetto. Il bando dà dei premi ai progetti vincitori da realizzare nel 2019 e questo può anche andare bene, ma non basta. Non è questione di soldi, intendiamoci, è questione di mancanza di una visione comune, di progettualità a lungo termine”. Il rischio che intravede Viganò è, appunto, quello della chiusura, ognuno a coltivare il proprio piccolo orticello. Dinamica già attiva, in maniera più o meno latente, nel fitto tessuto associazionistico locale, come la riunione al Trevi ha ampiamente dimostrato: polverizzazione degli interessi, sgambetti messi all’ordine del giorno,  pressioni all’Istituzione con canini ben in vista. “Il problema di fondo è che non siamo mai stati chiamati a raccolta – prosegue Viganò – per discutere e condividere una visione del progetto, un’idea forte in cui tutti possano ritrovarsi. Ci sono importanti realtà sul territorio, dal Teatro Stabile all’Orchestra Haydn… Più che 45mila euro che premiano dieci progetti, sentiamo il bisogno di condivisione. Quello che serve organizzare da qui all’anno prossimo – conclude Viganò – sono gli stati generali della cultura”. Un’idea ambiziosa, certo, ma non è questa l’occasione per volare alto?

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