Ogni volta che sali sul palcoscenico, quando racconti una storia, non sai mai cosa ti aspetta. Immagino sia così per chiunque si esibisca. Ma diciamo che se uno spettatore va a sentire una sinfonia di Brahms, sa di cosa si tratta; e se suoni in un’orchestra almeno mediocre dovresti essere tranquillo rispetto alla reazione del pubblico. Ecco: forse un attore a una prima non sa cosa aspettarsi. Ma anche lì in qualche modo il resto del cast, la regia, l’intera produzione sono alle sue spalle a rassicurarlo.
Quando racconti una storia, sei completamente solo.
Certo magari la conosci bene, la senti tua, l’hai già raccontata alle piante di casa. O all’amico. O al collega. Oppure l’hai solo registrata e ripetuta mille volte fino a che non ti sembra perfetta. Ma in realtà sei completamente solo. E anche fosse che l’hai già raccontata da qualche parte ed è piaciuta e la ripeti, non hai alcuna certezza dell’accoglienza che le riserveranno, che ti riserveranno. Perché ogni volta è un pubblico diverso, che reagisce in maniera diversa.
Le persone che ti ascoltano non sempre ridono alle tue battute; poi magari però scoppiano in una fragorosa risata in passaggi che per te erano funzionali, quasi che cogliessero dell’ironia laddove a te – che pure sei l’autore – era sfuggita. Quasi che meglio di te percepissero le contraddizioni interne alla tua storia, che a volte decori e infiori ma che poi, proprio in quei passaggi logici, si rivela nella sua cruda e semplice – e per questo universale – umanità.
Quando succede quella cosa, che con il pubblico entri in sintonia e senti che da qualche parte, alle tue battute o altrove, ha colto l’essenza di quello che volevi raccontare, be’ la sensazione è davvero forte e la tua storia vola in alto. E non che sia terapeutico, non è quello, ce lo ripetiamo sempre tra storyteller: ma è come se per tutto ci fosse di colpo un perché, e quando scegliamo di raccontarlo agli altri finiamo per accettarlo anche noi. Così non c’è sfiga, gioia, bugia, rabbia, follia o dolore che non abbiano senso di essere stati.
È questa la magia dello storytelling.
Dal 27 al 30 settembre, Bolzano diventa la città di questa magia, grazie al Festival Internazionale di Storytelling. Tutte le info e il ricco programma su www.sagapoteatro.com