Music

September 20, 2012

Labasheeda alla Rosengarten Festa, noise rock power trio da Amesterdam

Marco Bassetti

Tra gli artisti coinvolti nella Rosengarten Festa (22 settembre), i Labasheeda sono tra i più misteriosi. Sono in tre, vengono da Amsterdam e suonano uno spigoloso art-rock chitarristico, all’incrocio tra scarnificazione noise e urgenza post-punk, senza denigrare rapide incursioni nel garage rock più scattante (si veda il singolo “Cars”). Guidati dall’intrigante voce di Saskia, che non rende vani i paragoni con quella di Kim Gordon e P.J. Harvey, i Labasheeda hanno recentemente pubblicato il loro terzo lavoro Castfat Shadows, accolto con calore da svariate webzine indipendenti in giro per l’Europa. In partenza per il loro mini-tour italiano, abbiamo scambiato due parole con la cantante. Sale la tensione, cresce la curiosità!

Per rompere il ghiaccio, un classicone… Da dove viene il nome Labasheeda?
Labasheeda è un piccolo villaggio dell’Irlanda. Ho fondato la band con un bassista americano, David Jackson, e credo che sua nonna fosse originaria di Labasheeda. Eravamo alla ricerca di un nome e quella parola mi piacque subito. Significa anche “lenzuola di seta” e la cosa penso si adatti bene alla nostra musica, al fatto di essere composta da differenti strati.

“Noise rock”, “Post-rock”, “Angular rock”… Etichette a parte, quale necessità soddisfa la vostra musica?
Quella di esprimere se stessi, naturalmente. È molto forte la sorpresa che si prova immediatamente dopo aver scritto una canzone. È lì davanti a te e non sai da dove sia uscita.

Il vostro stile è stato paragonato a quello di Sonic Youth, Sleater-Kinney, Bikini Kill, P.J. Harvey… Senti un’affinità con questi artisti?
Certo, anche se noto che veniamo perlopiù paragonati a band che hanno una cantante donna… In realtà sento una maggiore affinità con band come The Cure e Dinosaur Jr.

“You can’t posses the emptiness”, che tipo di esperienza vuole trasmettere questo verso?
È un verso presente nella canzone “Cars”. I testi delle mie canzoni sono molto astratti, cerco sempre di esprimere delle sensazioni… Vedo che molte persone cercano la sicurezza in cose tipo un buon stipendio, ma questo tipo di materialismo e il fatto di vivere costantemente di fretta creano una profonda sensazione di vuoto, almeno per me. Il vuoto è qualcosa che non puoi toccare, è causa di alienazione.

Avete dichiarato “We play music as a form of expression opposed to being a product, fashion statement or haircut”. La vostra musica comunica una certa visione politica?
In realtà quella è una dichiarazione di David contenuta in una vecchia biografia della band… Per quanto mi riguarda, penso che alcune delle nostre canzoni siano in qualche modo politiche ma sempre in maniera poetica.

In Olanda c’è una prolifica scena indie-rock, ti senti parte di essa?
Ci sono molte grandi band in Olanda e mi sento certamente parte di quella scena. Abbiamo realizzato uno split con Wavezero lo scorso aprile… Da quando abbiamo iniziato a suonare abbiamo fatto amicizia con un sacco di band olandesi e non solo. Sfortunatamente il clima è molto peggiorato negli ultimi anni e per la maggior parte delle band è diventato molto dura fare concerti decenti in giro per l’Olanda.

Ecco allora che venite a Bolzano, ospiti della Rosengarten Festa. Cosa vi aspettate da questa esibizione?
Il progetto sembra molto interessante. Mi aspetto qualcosa come un evento artistico con una piacevole atmosfera creativa.

labasheeda.bandcamp.com

www.unclevanja.com

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