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September 1, 2012

Con Emio Greco e la forza della vulnerabilità apre Oriente Occidente

Claudia Gelmi

Apre con il ritorno in Italia di Emio Greco la trentaduesima edizione di Oriente Occidente, il festival internazionale di danza contemporanea che si svolgerà a Rovereto e a Trento da oggi al 9 settembre.

Di origini pugliesi, ma residente in Olanda da molti anni dove insieme a Pieter C. Scholten ha fondato la compagnia Emio Greco/PC e dirige l’International Choreographic Arts Centre di Amsterdam, il danzatore e coreografo presenterà oggi in prima nazionale all’auditorium del Mart alle 21 la produzione Passione in due. La forza della vulnerabilità, un «passo a due» che lo vedrà in scena con il musicista e compositore Franck Krawczyk, in un libero adattamento de La Passione secondo Matteo di Bach firmato Greco, Scholten e Krawczyk.

Emio Greco, ci parli dello spettacolo che porterà a Oriente Occidente.

«La Passione secondo Matteo ci ha uniti, tutti e tre noi autori, nell’amore per la musica di Bach, che si manifesta in maniera così sublime in questo caso. La condizione che ci siamo posti era che La Passione non fosse interpretata in senso religioso, ma nell’accezione dell’interesse verso l’umanità, verso l’uomo, che ha dentro di sé una passione, non solo del soffrire, ma di vivere e di fare cose che abbiano risultati che si riflettono anche nella società».

Lei dichiara: «Il mio corpo è curioso di tutto e io, io sono il mio corpo». Ci vuole spiegare questa affermazione?

«Si tratta del fatto di essere curiosi e aperti verso qualsiasi scoperta, della fame che ha il corpo, e si riferisce al manifesto della danza che abbiamo scritto anni fa io e  Scholten ( il quale stabilisce i sette principi della danza e il loro impatto sul corpo e sullo spettatore, ndr): essendo e seguendo il corpo, dunque, io sono».

Dal 2009 dirige insieme a Scholten l’International Choreographic Arts Centre di Amsterdam, una piattaforma per la danza contemporanea. Di cosa vi occupate all’interno del centro e quali attività svolgete?

«Il centro è la sede della nostra compagnia e allo stesso tempo un luogo che interloquisce con altri artisti associati. Abbiamo un progetto artistico assieme a Jan Fabre e ad alcuni giovani artisti che riteniamo meritino di essere sostenuti. Offriamo loro spazi di progettualità e diversi anni di residenza. Poi vi è la parte dell’accademia, che non è propriamente una scuola, ma organizza corsi particolari ad hoc per giovani creatori su alcune tematiche: facciamo progetti europei di ricerca sui nuovi linguaggi della danza».

Qual è il suo rapporto con l’Italia?

«Negli ultimi anni si è rafforzata la nostra presenza in Italia, anche grazie al festival di Rovereto che per primo nel 2002 ci ospitò. In seguito abbiamo intrattenuto rapporti molto positivi con Torino Danza, in un’ottica di progettualità comune. Anche se la situazione dei teatri in Italia è difficile, c’è da parte nostra una voglia di essere più in contatto con la mia terra. Mi piacerebbe, e stiamo lavorando attivamente in questa direzione, portare in Puglia una succursale del nostro centro di ricerca e produzione di Amsterdam: la cosa sta prendendo forma piano piano».

Il programma di domani di Oriente Occidente prevede, oltre allo spettacolo di Emio Greco, la proiezione alle 15 del film Il castello di D’Anolfi-Parenti, l’incontro alle 17 con Marco Aime A Timbuctu non c’è niente! Il viaggio consumista, il contest delle scuole di danza trentine Happy Dance alle 18.30 e la performance di danza e video-arte Configurazione di Sign art our di Aurelia Baumgartner e Silvio Cattani alle 22.30. Informazioni e prenotazioni: 0464.431660, www.orienteoccidente.it.

Pubblicato su Corriere dell’Alto Adige del 31 agosto 2012

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