
“Relaziun” è il titolo della mostra di Lili Cristofolini che verrà inaugurata venerdì 10 agosto alle 18.00 presso l’Istituto Culturale Ladino Micurà de Rű. La mostra della giovane artista marebbana è la terza delle quattro esposizioni realizzate dall’associazione degli artisti ladini EPL – Ert por i Ladins in collaborazione con l’Istituto Culturale. Lili Cristofolini, che ha studiato grafica d’arte presso l’Università di Arti Applicate di Vienna, trasforma il grande fascino che prova per la natura in linee astratte realizzate perlopiù secondo la tecnica dell’incisione. In questo modo riesce a mettere in “relazione” arte e natura.
Quando e come hai scoperto il mondo dell’arte?
Ho scoperto questo mondo da piccola, quando mi fermavo ad osservare i fiori in montagna, ma anche a casa, dove guardavo mia madre che faceva molti lavori a mano e poi presso la fattoria di Franz e Elfriede Kehrer, dove andavamo sempre a prendere il latte.
Cos’è l’arte per te?
Per me l’arte é qualcosa di sincero, qualcosa che non permette di nascondere nulla.
Con quale tecnica esprimi la tua arte?
Guardare, ammirare e provare, con amore e pazienza. Mi piace molto utilizzare tecniche che richiedono molto tempo e lasciano lo spazio a molte rifiniture come l’incisione, inoltre adoro quelle tecniche che ti permettono di vedere il processo di realizzazione di un lavoro: tecniche e forme che che ti fanno scoprire come un’opera è fatta.
La tecnica dell’incisione è in effetti una tecnica che richiede una grande pazienza…
L’incisione è una tecnica che richiede fermezza e un grande lavoro di rifinitura e dunque anche molto tempo. Per me questo tempo è importante, in quanto mi permette di pensare. Il lavoro di stampa fatto a mano mi mette allegria e mi fa tornare con i piedi per terra.
Cosa ti piace rappresentare nelle tue opere?
Spesso non si tratta di cosa mi piace rappresentare. Molti dei miei lavori trovano ispirazione nella natura, sono temi e pensieri che mi toccano nel più profondo.
Ti piace rappresentare elementi naturali. Cos’è per te la natura e come viene rappresentata nelle tue opere?
La natura è per me come una casa, un ambiente familiare e neutrale di grande importanza. Ho avuto la fortuna di poter studiare presso l’Università di Arti Applicate di Vienna, ma la mia lezione preferita è andare in montagna, nei boschi, ammirare gli alberi, i sassi, le formiche… Quando lavoro cerco di rappresentare ciò che mi ha colpito mentre ero in mezzo alla natura. Si tratta spesso del processo di crescita, di vita, morte, decadenza, del dare spazio alla novità. Sono temi antichi con cui le persone si sono confrontate fin da sempre, temi familiari, legati alla cultura contadina tipica di questi luoghi.
Oltre alla natura, quali sono altri soggetti che trovano spazio nelle tue opere?
Sono le opere stesse a trovare lo spazio per tutto ciò che mi tocca nel profondo, soprattutto se riesco ad essere sincera fino in fondo e a riconoscerlo. Ciò che mi tocca può essere qualsiasi cosa.
C’è qualche artista dal quale trai ispirazione?
Devo ammettere che non ho visitato molti musei o eventi culturali. Per me è importante poter lavorare con le mie mani e tentare di imparare da sola. Ho grande rispetto per l’artigianato, per la gente che lavora usando le mani. Una volta i lavori artigianali venivano realizzati nell’ottica del risparmio, veniva utilizzato tutto il materiale, si cercava di non buttare via nulla. Ci sono alcuni artisti che mi stanno a cuore: Karl Plattner, Käthe Kollwitz, Walter Pichler, il mio insegnante Friedrich Bastl, Franz Kehrer. Inoltre ho fatto tesoro e mi sono stati di grande aiuto i disegni realizzati da Roswitha Asche per il libro “Larjei”.
Che filosofia si nasconde dietro la tua arte?
Cerco la semplicità, la sincerità e il silenzio, che mi aiutano molto nel mio lavoro manuale.
Hai studiato presso l’Accademia di Arti Applicate di Vienna. È cambiato il tuo approccio all’arte passando da San Vigilio, piccolo paese montano, ad una grande città come la capitale austriaca?
Sì, è stato un grande cambiamento. Vienna mi ha catapultato fuori dal mio mondo ed è stato un bene. Ho imparato ad aprirmi di più e tutto ciò lascia ovviamente delle tracce nel lavoro, tracce che apprezzo molto. Ho concluso lo studio di grafica d’arte con la voglia di riprendere i miei lavori dove li avevo lasciati prima del tempo trascorso a Vienna, di cercare la mia strada imparando da sola e da persone che non devono avere a tutti i costi a che fare con l’arte. A Vienna ho anche imparato ad apprezzare l’arte più silenziosa e più semplice, il grande mercato dell’arte mi ha un po’ spaventata. Ora sono felice di poter svolgere gli studi per insegnare educazione artistica, studi molto importanti per il mio futuro.
“Relaziun” è il titolo della tua mostra, a cosa si riferisce?
“Relaziun” è un titolo che si riferisce a molti dei lavori esposti, non a tutti però. Tante opere sono state realizzate in relazione alla natura e dai confronti che ho potuto fare fra la natura e la persona.
Sarà possibile visitare la mostra “relaziun” di Lili Cristofolini fino il 20 agosto presso l’Istituto Ladino, a San Martino in Badia. Il 24 agosto verrà inaugurata la quarta ed ultima esposizione del progetto “Mostre 2012”, “corusc” (colori) di Davide Brandlechner.