Vi sto scrivendo da Singapore #11: Peranakan Museum

Nel Museum District di Singapore c’è un museo interamente dedicato ai Peranakan, una comunità nata dall’incontro tra popolazioni – e civiltà – diverse come quella cinese e quella malese.
Le gigantografie di volti che aprono l’esposizione sono molto belle ed espressive, come spesso accade quando i popoli si fondono. E la tradizione Peranakan, simbolo proprio di un mondo che nella tolleranza di universi diversi trova una sua dimensione, parla di modi e visioni basate sul rispetto reciproco e sulla tolleranza. La mostra temporanea è dedicata a “Emily of Emirald Hill”, monologo teatrale del 1982 in cui si narra la storia di Emily Gan, giovane sposa che si trasforma in matriarca della famiglia. È la storia della tradizione Peranakan, in cui la donna con i propri servigi piega tutti al proprio potere e a una sorta di dipendenza. È la storia di una cultura, quella Peranakan, e di Singapore.L’allestimento è molto ben presentato, in una vecchia casa che accoglie i vestiti e gli usi legati ad esempio alla cerimonia del matrimonio, una cerimonia lunga 12 giorni in cui si omaggiano, oltre che gli sposi, anche le famiglie e la comunità. O ancora agli abiti tradizionali, alla cucina, agli utensili. Un museo civico, in buona sostanza, che parla però molto del presente, oltre che del passato.
L’intero museo è a misura di bambino, con semplici obiettivi da cercare e relativo premio sotto forma di timbro nelle forme dei diversi simboli significativi della cultura Peranakan, dalla fenice alla farfalla. E con qualche informazione in più sull’eterogenea composizione della popolazione di questa città ci rimettiamo a percorrerne le strade.