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July 23, 2012

Vi sto scrivendo da Singapore #10: Botanic garden

Cristina Vezzaro

A Singapore, inutile dirlo, non servono le serre per far crescere le piante tropicali. Una visita ai Botanic Gardens è quindi d’obbligo. Ci capitiamo di domenica, un po’ per caso, un po’ per vedere le facce che li popolano. E non rimaniamo delusi.

Sorta di parco cittadino sui generis – solo la parte dedicata alle orchidee è a pagamento – i Botanic Gardens sono un’enorme collina immersa nel verde di piante enormi, una vegetazione davvero lussureggiante che ci ingloba mentre seguiamo un po’ a caso le stradine.

Il caldo rende presto necessaria una scelta e ci dirigiamo allora verso la sezione dedicata ai bambini, un vero e proprio parco in cui, sempre lungo un percorso, i bambini possono scoprire e “giocare” con piante nuove (ad esempio la retrattile Touch Me Not), rinfrescarsi alle immancabili fountains, gli spruzzi d’acqua che raccolgono felici bambini in costume, o addentrarsi in un labirinto o giocare al parco giochi.

Incontriamo qui i primi italiani, di passaggio a Singapore dopo un viaggio in Malesia, e poi famiglie di expats e di gente del posto, coppie affaticate sedute su una panchina, amici.

Quando usciamo non possiamo non sentirci male per i bambini che nel vicino club stanno prendendo una lezione di tennis a quelle temperature e con quell’umidità.

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