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July 19, 2012

Tobia Moroder su Panorama4: “arte giovane, invece di artisti giovani”

Ivan Senoner

Ormai la mostra Panorama 4 sta diventando sempre di più un’icona dell’estate artistica 2012. Abbiamo chiesto a riguardo qualche informazione a Tobia Moroder, curatore in rappresentanza del gruppo linguistico ladino.

Tobia, come sono le reazioni del pubblico, dopo le prime settimane?

Sostanzialmente positive. Ci è stato detto che siamo riusciti a trovare un buon ritmo e che il percorso espositivo presenta una buona dinamica. Una soddisfazione, se pensiamo alle difficoltà inevitabili nell’esporre all’interno degli spazi del forte di Fortezza. Ma l’invito è quello di visitare di persona Panorama 4 – in fondo è sempre solo il giudizio soggettivo a contare veramente.

Come ha trovato l’impatto di dover organizzare una mostra all’interno del forte di Fortezza, ormai diventato un punto fermo per ciò che riguarda le esposizioni provinciali?

Innanzitutto vorrei accennare al fatto che la location dell’esibizione è stata per noi curatori una “bella sorpresa” che almeno inizialmente ci ha lasciati un po’ perplessi…

Beh, l’atmosfera sembra suggestiva…

Certo, il forte di Fortezza, con la sua struttura labirintica, l’architettura rigorosa e l’atmosfera, respira storia e trasmette tutto il fascino del tempo. Il problema è che esporre delle opere d’arte all’interno di quella che per molti versi è essa stessa un’opera d’arte può creare dei problemi. Dalla logistica ai problemi di carattere pratico. Una complicanza in più ma anche una sfida affascinante. Così l’abbiamo presa noi. Abituati come siamo a lavorare nei white cube, giocare con nuove regole non è detto che sia uno svantaggio….

Perché allora la scelta ormai consolidata, di usare tale struttura come palcoscenico? per mettere in luce rinomate mostre?

(ride) La questione mi sembra complicata, almeno per quello che ho potuto osservare dall’esterno. La fortezza è una struttura stupenda e la provincia sta investendo somme considerevoli per renderla fruibile, ma ho la sensazione che nessuna istituzione provinciale voglia veramente accollarsi l’onere di una gestione che per molti versi sarebbe perlomeno problematica. Ma sono fermamente convinto di una cosa: il forte merita di essere riportato in vita.

Parliamo dei curatori. Come vede la scelta di un curatore per rappresentanza linguistica?

Premetto che per me questa esperienza è stata decisamente positiva, umanamente e professionalmente. Non nego, però, che questa scelta lascia un retrogusto dal sapore della contraddizione, se è vero che proprio l’arte parla sempre più un linguaggio internazionale, direi globale. L’arte, al massimo, conosce le proporzioni, non certo la proporzionale.

C’è un filo conduttore, un denominatore comune all’esposizione, per quanto riguarda la scelta degli artisti e dei lavori?

Per anni Panorama ha avuto un limite d’età. Insieme agli altri tre curatori, Lisa Trockner, Denis Isaia e Christina Nägele (respondent curator, che lavora attualmente a Vienna), abbiamo deciso di cambiare. Arte giovane non deve necessariamente essere sinonimo di “artista giovane”. Così abbiamo deciso di puntare su un concetto che valorizzasse l’arte innovativa, basata su un percorso personale solido, delineatosi attraverso gli anni.

Il risultato della scelta?

Ovviamente, Panorama vuole essere un fermo immagine dell’arte altoatesina nel 2012, ma in qualche modo anche una rampa di lancio. Alla fine abbiamo potuto riscontrare un’età media di trentatrè anni. Seguendo una logica quasi fisiologica, abbiamo visto con piacere che sono comunque spesso i giovani a “creare” arte stimolante e innovativa. Diciamo che Panorama 4 è così un buon mix tra artisti affermati e artisti emergenti.

Ovvero?

Troviamo sia gli uni che gli altri. Artisti già conosciuti, come ad esempio i due gardenesi Aron Demetz e Gehard Demetz, che per la mostra hanno proposto alcuni lavori della loro produzione più recente che si sta avviando verso strade nuove. Altri, che sono ancora in procinto di consolidare il proprio percorso artistico. Ci tengo comunque a sottolineare che anche tra gli “emergenti” si può già osservare una notevole maturità artistica e un’intrigante voglia di stupire.

Arte astratta? Una mostra che può suscitare delle perplessità nel visitatore “laico”?

Una mostra d’arte contemporanea come Panorama difficilmente è una mostra “facile”, e i commenti di alcuni visitatori lo confermano. Le singole opere sono comunque accompagnate da brevi testi “didascalici” che permettono un primo approccio alla lettura dei lavori. Inoltre vengono organizzate anche diverse visite guidate che possono essere viste come input, ma anche come possibilità di dialogo e discussione su un dato artista o una data opera. Certo, chi visita la mostra dovrebbe essere disposto a porsi delle domande, a cercare proprie chiavi di lettura, insomma, disposto a confrontarsi con i temi universali che l’arte pone.

A questo punto qualcuno potrebbe affermare con vena cinica, che ciò influenza, se non addirittura limita, il giudizio soggettivo?

Certo, potrebbe succedere. Ma sono convinto che il visitatore “medio” apprezzerà i brevi spunti forniti dai testi o da chi accompagna attraverso la mostra, infondo si cerca soltanto di stabilire un nesso tra l’esperienza personale del visitatore e l’opera in mostra. Ritengo che siano finiti i tempi in cui l’arte contemporanea rappresentava una zona di non accesso per il “consumatore medio”. E dopotutto, ognuno può visitare la mostra per conto suo – ben venga!

 

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