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July 19, 2012

Compagnia Abbondanza/Bertoni: questo è il ballo del Qua

Anna Quinz

“Prendi sotto braccio, la felicità…” recitava la filastrocca che a tanti piccoli aspiranti paperi ha fatto piegare le ginocchia, scodinzolare e battere forte le mani per fare qua qua. Prendere sotto braccio la felicità, è un gesto semplice, che a noi adulti pare al di là di ogni comprensione e fattibilità, ma che per un bambino è semplice e immediato, come una piuma che vola già.

Semplicità, immediatezza, spontaneità… ecco quel che i bambini sanno fare, molto meglio di noi che invece ci perdiamo troppo spesso in inutili complicazioni, come ben sapeva il principe più piccolo e più noto della storia: “i grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta”.
Il ballo del Qua (25 luglio, Teatro comunale) è uno spettacolo della Compagnia Abbondanza/Bertoni I  B A M B I N I, che forse proprio dalla capacità spontanea dei piccoli di prendere sotto braccio la felicità, e dalla possibilità di spiegare agli adulti quel che non capiscono, prende il via.  I coreografi roveretani hanno lavorato per 3 anni con un gruppo di bambini, e infine hanno deciso di portare sul palcoscenico questi piccoli interpreti, che raccontano al pubblico “parole e azioni che diventano una sorpresa per noi adulti, un po’ consegnati alla nostra rassegnazione, che li vediamo come i rappresentanti del futuro, giudicando la loro giovinezza un’età di transito e per questo incapaci di accorgerci che la loro età contiene già ben scritta la potenzialità rivoluzionaria del futuro” (Antonella Bertoni).
Un lavoro di certo complesso, per chi abituato a lavorare con adulti, professionisti, danzatori e performer lungamente formati, si trova a confrontarsi con la purezza espressiva, la libertà nel movimento e nel pensiero e lo slancio verso il gioco, dimensione centrale e centrante dell’infanzia.
La Compagnia ha sempre consegnato alla scena e al pubblico spettacoli di intensa vitalità e profondità, ma di certo il confronto diretto e senza filtri dell’interpretazione dei bambini, costituirà un ulteriore forte balzo in avanti nel lavoro di ricerca in danza di Antonella Bertoni e Michele Abbondanza (uno dei bimbi in scena, peraltro, è loro figlio). Lo spettacolo è stato presentato in forma di studio al festival di Centrale Fies, Enfant Terrible, e ha suscitato interesse, commozione e ha ottenuto il prevedibile successo, ma di certo la versione definitiva (anche se, la bellezza dell’infanzia sta anche nel non dare mai nulla per definitivo, ma tutto in continua mutazione) che vedremo sabato ci permetterà, per un momento di prendere la felicità sotto braccio, e di lasciarci trasportare da una piuma che vola già.

La Compagnia Abbondanza/Bertoni non prevede un pubblico di bambini.

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