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July 17, 2012

C’era una volta un capolavoro

Andrea Beggio

Un poliziotto, un autista, un procuratore ed un medico vagano una notte per le colline dell’Anatolia, condotti dal reo confesso, alla ricerca di un cadavere sepolto.

Inizialmente il gruppo si trova do fronte ad un problema pratico: trovare un cadavere, ma addentrandosi nel buio e nella notte, la missione prende la deriva, acquistando un sapore sempre più intimo e filosofico, che legherà i personaggi fino alla conclusione del loro breve viaggio.

Per tutti i personaggi emerge, in una iniziale e totale assenza di una presenza femminile, tipica della società turca, l’importanza dell’altro sesso e con il tutti quale dovranno fare i conti.

Chi conduce i nostri personaggi in questo viaggio alla scoperta dell’altro è proprio il medico che, proprio a causa della sua professione, riesce a comprendere ed intravedere quello che burocrati e poliziotti non riescono neppure ad immaginare. Inizialmente in disparte, quasi invisibile, il medico legale, presente solo per constatare un decesso, diviene una figura chiave di questa elegante storia diretta da Nuri Bilge Ceylan con la magistrale fotografia di Gokham Tiryaki.

La necessaria presenza femminile, in un mondo maschile debole, insensibile e falso, emerge prepotentemente in una scena nella quale una ragazza servendo il thè agli ospiti presenti, lascia tutti stupefatti per la sua spettrale bellezza.

Anche se è stato più volte definito come film poliziesco, a causa forse degli ingredienti della storia, l’uscita dal genere avviene in realtà ben presto e cioè quando Ceylan, proprio con quei pochi ingredienti ci sorprende con una ben più elaborata e raffinata ricetta.

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