Vi sto scrivendo da Singapore #04: Chinatown

Lontano da casa nostra, zona residenziale a uso esclusivo degli expats, e dalla city, sorgono le vestigia di Chinatown. Buffo pensare che in una città perlopiù abitata da cinesi ci sia una Chinatown. In realtà Chinatown è stata un primo insediamento e in quanto tale viene ricordata; continua poi a vivere di vita propria, ma non è certo l’unico luogo di accoglienza degli abitanti di origini cinesi.
La visita inizia curiosamente con una moschea, piccola ma significativa in un luogo in cui, a pochi passi, c’è il tempio hindu di Sri Mariamman, del 1827, quando, insieme a Sir Raffles e alla colonia inglese che si era insediata sulla punta estrema della penisola malese, giunse a Singapore anche Narayana Pillay, che in seguito a un incendio della propria attività fece costruire questo tempo dedicato alla dea Mariamman, curatrice di mali estremi.
È solo vedendo le immagini del tempio prima della decorazione moderna, più spoglio ma più autentico, che mia figlia riesce a fare il collegamento con Kung Fu Panda e a capire in che parte del mondo siamo. Più o meno.
E mentre commentano con curiosità le abluzioni prima della preghiera e le decorazioni del tempio hindu, ai bambini sfugge il pianto sconsolato di una giovane donna dai lunghi capelli raccolti in una coda nera e lucente, accolta tra le braccia di una donna più grande.