Intervista ad Alessandro Bandinelli, sceneggiatore di Diaz

03.07.2012
Intervista ad Alessandro Bandinelli, sceneggiatore di Diaz

Intervista ad Alessandro Bandinelli, sceneggiatore di Diaz

03.07.2012

Alessandro Bandinelli si è diplomato in sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2007, è finalista nella prima edizione del Premio Solinas per la scrittura del documentario con il progetto “Giorno di riposo”. Collabora con la casa di produzione Vivo Film (Roma) in qualità di documentalista e autore (“Foschia, Pesci, Africa, Sonno, Nausea, Fantasia”, documentario sul rapporto tra lavoro, giovani generazioni e territorio promosso dalla Genova-Liguria Film Commission e presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro nel 2010. Nello stesso anno inizia la collaborazione con Daniele Vicari e Fandango per la sceneggiatura del film “Diaz – don’t clean up this blood”. Alla Berlinale 2012 il film ha vinto il premio del pubblico. Attualmente Bandinelli vive e lavora tra Roma e Bolzano, e collabora con la Compagnia della Fortezza di Armando Punzo. Lo abbiamo intervistato.

Dopo esserti occupato come sceneggiatore del massacro alla scuola Diaz che idea ti sei fatto dell’evento? E’ cambiato qualcosa rispetto a quando hai vissuto la vicenda come spettatore?

Pensi che la gestione aggressiva e repressiva di quella e di altre manifestazioni in cui il movimento no global è stato presente vada considerata come una scelta deliberata e consapevole per affossare un fenomeno organizzato ed esteso di dissenso, o pensi che si tratti, come molti sostengono, di un corto circuito momentaneo delle istituzioni democratiche del nostro paese?

Ti andrebbe di fare una riflessione sulla frase, sempre citata a sproposito e decontestualizzata, di Pasolini, nella quale biasima gli studenti borghesi di Valle Giulia e si schiera dalla parte dei poliziotti figli del popolo? (www.pasolini.net/poesia_ppp_pciaigiovani.htm)

Pensi che anche al G8, come qualcuno ha sostenuto, sempre citando a sproposito Pasolini, ci siano stati giovani Borghesi dalla parte giusta e poliziotti proletari dalla parte sbagliata?

Perché avete scelto di non fare i nomi delle persone coinvolte nella vicenda?

A livello narrativo ho molto apprezzato il fatto che abbiate evitato di lasciare troppo spazio a protagonisti ingombranti e onnipresenti che, quando si tratta di storie realmente accadute, contribuiscono a dare della storia la solita visione parziale e romanzata alla quale certa fiction italiana ha ormai irrimediabilmente ceduto.

Gli attori, soprattutto quelli più famosi hanno accettato questa vostra scelta?

La scrittura di Diaz è stata fatta a più mani. Come avete organizzato i lavori e di quali parti ti sei occupato?

Nella scrittura di Diaz vi è stata lasciata ampia libertà o avete lavorato seguendo una traccia già stabilita?

Diaz esce nelle sale insieme a Romanzo di una strage, cosa hai apprezzato e cosa non hai apprezzato di quel film?

BLS ha dato un contributo a questo film, anche se l’Alto Adige si vede unicamente nell’ultima scena: quella nella quale i ragazzi ritornano a casa passando per il Brennero. Vedendo questa scena ho pensato subito alle prime inquadrature di Shining, è stata una mia suggestione?

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