Culture + Arts > Architecture

June 28, 2012

NatureCulture Special #04: Arte Sella. Metamorfosi della creazione umana

Aaron Ceolan

Arte è natura. Affermazione complessa, che va analizzata e scomposta negli elementi che la compongono, come fosse un puzzle per bambini. Arte e natura, sostanzialmente un rapporto che nasce tra insidie ed ostacoli, ma destinato a consolidarsi nel corso soprattutto degli ultimissimi secoli. Due elementi distinti che crescono e così facendo si legano fino a diventare cosa unica, un insieme di emozioni e passioni, fino alla fine, fino alla decadenza inevitabile dell’opera d’arte. A partire dal Romanticismo, come fosse un obbligo, un desiderio forzato, lo spirito dell’essere umano acquista un sentimento forte, fortissimo per il paesaggio, cresce l’interesse per la  natura come ambiente plasmato dall’uomo. Installare un’opera d’arte nel contesto naturale, implica un conseguente cambiamento di ordine comportamentale, perché è l’artista stesso, o il fruitore in un secondo momento ad entrare a far parte di quel mondo, di quell’ambito legato alla natura. Essendo però l’artista in primo luogo lui stesso un essere assolutamente naturale, un intreccio di materia, organismo bio-chimico, apparato psichico, mescolato a una buona dose di coscienza morale, spesso e volentieri legata al mito e alla religione, deve in primis guardare dentro di sé e capire se stesso. Parafrasando Goethe, l’arte deve prima di tutto conoscere le proprietà delle cose e i loro modi d’essere, solo in questo modo potrà raggiungere lo stile maggiore, ed eguagliare i più nobili sforzi umani.

Giungo a Borgo Valsugana in una calda mattinata primaverile. Mi aspetta un’ulteriore decina di chilometri penetrando la Val di Sella, lungo una stretta strada di montagna per raggiungere un altitudine di 990 metri. Non posso che soffermarmi ad ammirare lo spettacolo delle Dolomiti ad Ovest, che lasciano letteralmente a bocca aperta. Superando fitti boschi e incontaminate pareti rocciose, le quali inevitabilmente catturano il mio sguardo incantato, approdo finalmente verso metà della valle, all’inizio dell’avvincente percorso di Arte Sella.

Alla base di questo progetto, fondato nel 1986 da Carlotta Strobele, Emanuele Montibeller ed Enrico Ferrari, sta l’intenzione fondamentale di creare un’associazione per lo sviluppo locale del concetto di arte nella natura. L’idea era quella di unire l’amore per l’arte a quello per la natura, entrambi profondamente cari ai tre iniziatori. Inconsci di creare qualcosa che sarebbe di lì a pochi anni diventato un vero e proprio fenomeno internazionale di Arte ambientale, Strobele, Montibeller e Ferrari raggrupparono artisti e amici loro, nell’intento di stabilire un rapporto vero, all’interno di una nuova famiglia, attorno al comune interesse sopra citato. Inizialmente vi erano degli incontri tenuti nella casa in Val di Sella, messa a disposizione dalla Strobele, per l’allestimento delle varie opere d’arte. Gli artisti presenti a tali avvenimenti, ben presto però sentirono il bisogno di evadere verso un contesto aperto, dileguarsi da uno spazio circoscritto, verso il bosco e i suoi incanti, cercando un dialogo reale con la natura circostante. La famiglia riunita in Val di Sella si allargava inesorabilmente, crebbero le attività artistiche e gli interventi soggetti a un’evoluzione continua, erano caratterizzati da uno sviluppo costante sia per quel che riguarda la loro essenza, che per il loro vincolo ambientale. Gli anni passano e nel 1990 viene fondata l’Associazione Arte Sella, in grado di affrontare difficoltà gestionali e progettuali legati alla manifestazione. Anno cruciale fu il 1996, quando il progetto si dirama, e viene a crearsi il percorso Artenatura, lungo il sentiero forestale sul versante meridionale del monte Armentera. Pochi anni più tardi Malga Costa diventa il punto focale dell’intero progetto, intorno al quale si instaura un contesto artistico delimitato che propone una visita quasi museale. Arte Sella dunque offre ancora oggi due tipologie di visita differenti, una ad accesso libero attraverso il bosco alla scoperta delle installazioni sul percorso Artenatura; l’altra circoscritta, accerchiando Malga Costa e ammirando anche in questo caso le ultime novità artistiche.

Affermava Paul Klee nella sua Teoria della forma, che l’artista è «frammento della natura nel dominio della natura, mutando solo, a seconda della posizione dell’uomo in rapporto al suo raggio d’azione entro tale dominio, il numero e il tipo di vie da percorrere, tanto nella produzione artistica quanto nello studio, a quello connesso, della natura». L’arte ha bisogno di essere la chiave interpretativa dell’idea che lo spettatore si fa della natura, ed è proprio questo l’obiettivo di Arte Sella. Grazie al comportamento dell’artista, il quale viene sollecitato ad interrogare l’ambiente, ad intendere lo spazio che sarà destinato a circondare la sua opera, si crea un rapporto sociale assolutamente fondamentale in quest’esperienza tra uomo, arte e natura. Il hic et nunc dell’opera ad Arte Sella è indispensabile al fine dell’autenticità della quale quest’ultima deve godere. Percorrendo i sentieri della manifestazione, sono riuscito a captare l’atmosfera di cui gode questo posto unico, annusando l’eccitazione dell’esperienza creata dall’arte abbracciata dalla vegetazione. La natura è fonte inestimabile di sapere e conoscenza, e va di conseguenza difesa non solo dall’artista ma da ogni organismo desideroso di intraprendere un qualsiasi rapporto con essa, come scrigno della memoria e dell’individuo. Ad Arte Sella nei vari interventi, vengono privilegiati materiali organici, assolutamente non artificiali. Non ci si lascia dunque influenzare dalle ultime tendenze dell’arte contemporanea, che spesso e volentieri abusa di materiali innaturali, non in linea con un decoroso atteggiamento nei confronti dell’ambiente naturale. Si tratta perciò di un’azione del comportamento, di un dialogo che viene a crearsi basato sul rispetto reciproco tra natura e artefatto. Nella Val di Sella, l’installazione viene inglobata nel paesaggio, perde conseguentemente ogni sua autonomia, diventando in un certo senso natura-dipendente. Questo legame porterà ineluttabilmente alla decadenza dell’opera d’arte, in linea con la volontà specifica degli iniziatori del progetto. Si materializza un ciclo organico, nel quale la natura diventa condizione perché l’arte possa svolgere il suo ruolo. Nasce un mito arte – natura, vincolato dalle forme che vengono a crearsi nell’operare creativo. L’essenza dell’opera nell’esperienza di Arte Sella, è dunque un elemento assolutamente principale. Diventando tutt’uno con il ciclo naturale, il quale porterà in questo caso alla morte della creazione umana, quest’ultima non va assolutamente considerata semplice bene di consumo, non si lascia sottomettere alle rigide leggi di mercato, che sembrano ahimè al giorno d’oggi tenere le redini del gioco chiamato arte contemporanea.

Cammino all’interno del percorso di Malga Costa, e sono ad un certo punto attratto dall’opera monumentale di Giuliano Mauri. La Cattedrale vegetale, realizzata dall’artista lombardo nel 2001, è senz’alcun dubbio la punta di diamante dell’intero progetto. Quest’opera, le cui dimensioni all’interno di tale contesto naturale mi intimidiscono, evoca delle forti emozioni. Le mie visioni si librano senza freno attraverso le navate e i pilastri vegetali. L’opera, collocata in mezzo ad una radura abbastanza ampia, mi fa riflettere. Assisto a un trionfo della natura, a un trionfo della mano d’opera all’interno dello spazio ambientale. L’approccio esige umiltà, mi sento quasi inerme dinanzi a tale bellezza, ma contemporaneamente conscio di essere in presenza di una forza unica, espressa dallo spazio che mi circonda. Si instaura tra me e il contesto nel quale mi trovo, una complessità di interferenze dialettiche, le quali contraddistinguono l’intero progetto di arte ambientale. Non si tratta semplicemente di un’operazione artistica monumentale installata nella natura, ma di un rapporto che viene a crearsi sulla base di un senso estetico. È la natura che passa attraverso l’intervento umano, dal quale noi stessi ci lasciamo facilmente, e ben volentieri, incantare. Volgo lo sguardo altrove, e vengo sedotto da un’incantevole opera di architettura ambientale. Francois Lelong crea Il Sole nel 2008, assemblando combinazioni che spaziano dall’organico al minerale. Ne risulta un cerchio ritmico, che rimembra il sole, o meglio il tragitto del sole in un’aurea continua di luminosità. È un gioco ininterrotto, alzo gli occhi e scopro una casetta di pietre. Si tratta dell’opera di Chris Drury, La Stanza nel Cielo. Un’apertura mi invita ad entrare e a chiudere dietro di me la porta. Mi ritrovo in un mondo rovesciato, davanti a me scorrono le immagini delle montagne capovolte. Mi rendo conto di essere all’interno di una specie di camera oscura, nella quale vengono proiettate le immagini esterne attraverso un piccolo foro nella parete. Drury crea un luogo della meditazione, dove in assoluta tranquillità ognuno è libero di dedicarsi ai propri sensi. Si ricrea il dialogo tra essere umano ed esperienza naturale, sulla base di un linguaggio mistico, sovrannaturale.

L’incontro con Arte Sella equivale a una lezione. Non si tratta di una lezione sull’arte, ma più che altro di una lezione comportamentale. Fatto importantissimo è l’approccio di ogni singolo visitatore. Quello con la natura è un rapporto del quale noi esseri umani non possiamo privarci. È un rapporto vitale, che insegna a riflettere e a meditare. L’uomo ha il dovere di rimanere sbalordito nell’intento di penetrare la creazione dell’artista, mentre quest’ultimo cerca di legare con l’ambiente naturale. Ripenso a Goethe e alla sua poesia Gefunden, nella quale il poeta sta per cogliere un fiore che si ribella a questa fine, cosicché egli lo preleva con tutte le radici per ripiantarlo nel suo giardino, in modo che continui a fiorire. L’intervento dell’uomo, in questo caso come in quello di Arte Sella, non è altro che un tramite, e ogni singolo intervento è caratterizzato dalla propria poetica. Ma non si tratta di esperienze singole in un contesto generale, ma di un insieme nel quale vengono esaltate le differenze. In definitiva viene plasmata un’immagine del mondo, nel quale l’arte caratterizza la nostra civiltà.

 

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.