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June 13, 2012
A Teatro c’è “La zona nera”
Massimiliano Tonini
Lo spettacolo teatrale La zona nera, messo in scena martedì 12 giugno allo Spazio14 di via Vannetti, a Trento, è la storia della fabbrica Montecatini di Mori in Vallagarina, che dal 1929 al 1983 ha prodotto alluminio puro al 99,9%.
È una storia di uomini, operai e di donne, madri, mogli, amanti, figlie. Una storia di una terra devastata prima dalla guerra (zona del confine e fronte italiano e austriaco), poi dall’inquinamento prodotto dalla fabbrica e infine dalle ripercussioni sociali ed esistenziali risultanti dalle scelte e dai condizionamenti del lavoro industriale.
Come in una teoria dei colori di natura sociale, vediamo alternarsi in scena il bianco della polvere che si accumula nello spazio dismesso e abbandonato della fabbrica, il bianco che, come nella valenza semantica funebre della tradizione orientale, si associa alle morti sul lavoro, ma solo per connotarle in un modo che non sia troppo disturbante per la coscienza civile. La morte nera avrebbe troppo il sentore della peste, altri colori non sono nemmeno da prendere in considerazione.
Dicevamo dei colori sulla scena. Dal bianco naturalmente si passa al nero, il colore che è assenza di altri colori, ma anche saturazione estrema delle tonalità di grigio. Fuor di metafora si parla degli interessi particolaristici che ruotano intorno al complesso di produzione dell’alluminio, dall’agricoltura, alla possibilità di fare affidamento a una retribuzione garantita, garantita se naturalmente il corpo darwinianamente si adatta e sopravvive alle temperature sahariane dei forni, ai miasmi ammorbanti dei fumi, ai veleni assorbiti dalla terra, e dalla terra restituiti all’uomo e agli animali nel ciclo vitale, ma anche mortale, dell’esistenza.
Il bianco, il nero dunque, ma anche il blu degli ematomi misteriosi che compaiono sulla pelle delle persone che gravitano nei dintorni della fabbrica. Il rosso del calore dei forni, e quello dei fanghi velenosi rilasciati dalle acque di raffreddamento. Il verde che si riappropria degli spazi abbandonati della fabbrica, un verde che non sa di speranza ma di marcio.
Il monologo La zona nera, si regge, oltre che sulle pertinenti scelte registiche di Elena Marino, sulla forte presenza attoriale e l’intensa interpretazione, corporea e verbale di Silvia Furlan, che riesce a dare un respiro corale all’azione scenica, modulando lo strumento-voce dai toni del recitativo a quelli più partecipati, senza tralasciare le sfumature stranianti. Il corpo dell’attrice in scena si mostra in continua trasformazione e in movimento, talvolta accelerato, talora rallentato, per rappresentare visivamente le dinamiche complesse e spesso irrisolte dei conflitti sentimentali, esistenziali, sindacali, politici e sociali gravitanti intorno al microcosmo industriale della Montecatini.
Su uno schermo di tela bianca vengono proiettate immagini delle varie fasi temporali vissute dalla fabbrica nel corso dei cinquantacinque anni della sua esistenza e un sottofondo sonoro sempre adatto al contesto accompagna l’attrice nella sua performance, a volte cullandola lievemente, ma spesso tentando di sopraffarla.
Lo spettacolo si conclude rilanciando sull’attualità i problemi che i lavoratori di allora dovettero affrontare quando accettarono di andare a lavorare in fabbrica. Di cosa è meglio morire? Di fame o di lavoro? È compatibile la scelta di sostenere una famiglia contro un forte rischio di sviluppare patologie tumorali? Contare sulla sicurezza di una pensione (per chi ci arriverà) pareggerà il conto per avere trascorso gli anni migliori della propria vita in una specie di bolgia infernale, con una temperatura che può arrivare fino ai sessanta gradi?
Sono naturalmente domande che non trovano una facile risposta, soprattutto nella parola scritta o recitata. Sono domande che però si ripropongono continuamente e lo spettacolo si chiude passando dalla Montecatini all’Alcoa, altro gigante industriale per la produzione di alluminio, che vede, proprio in questo periodo, nelle strutture industriali sarde, operai asserragliati nel tentativo di difendere il proprio posto di lavoro.
Ricordiamo che La zona nera non è solo uno spettacolo teatrale ma un progetto di ampio respiro incentrato sui rapporti tra teatro e lavoro. Questa sera, 13 giugno ore 20.45, sempre allo Spazio14, si terrà il convegno Teatro e Lavoro, cui parteciperanno, tra gli altri, Pippo Delbono (attore e regista), Marco Bernardi (direttore del Teatro Stabile di Bolzano) e Andrea Castelli (attore e regista).
Giovedì 14 giugno invece, a conclusione del progetto, ci sarà una replica dello spettacolo La zona nera che, per chi è arrivato a leggere fin qui, potrebbe essere interessante andare a vedere…
La zona nera. Produzione Teatrincorso. Regia di Elena Marino, con Silvia Furlan.
14 giugno – ore 20.45 – ingresso gratuito
Teatro Spazio14, via Vannetti, 14. Trento
www.spazio14.it spazio14@gmail.com
cell. +39 346 6050763
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