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June 5, 2012

Milano da bere #01. Una domenica a Milano

Cristina Vezzaro

L’ultima domenica del mese, a Milano, ci si può alzare di buon’ora e fare una bella passeggiata ai Navigli, dove il via vai del sabato sera ha lasciato il posto a due file di bancarelle, una su ciascuna riva. Mercatino dell’antiquariato, mercato delle pulci, mercatone, come lo hanno definito dei milanesi, le bancarelle propongono dai mobili antichi agli oggetti sfiziosi, dagli abiti usati a vecchi asciugamani in lino.

Se poi si ha la fortuna di conoscere uno degli artisti che ancora hanno il loro laboratorio qui, ci si può addirittura addentrare in quelle che erano le vecchie case dei Navigli.

È così che percorriamo un interno cortile, che questa volta non apre però su un loft, ma sulla bottega di un pittore. In una delle sale che affaccia sul cortile interno, un cortile che sa tanto di Berlino, c’è la sua mostra di recenti dipinti a olio. Ma Gigi Pedroli, è questo il nome dell’artista, è specializzato nell’incisione di acqueforti, e il figlio Davide ci mostra tutto il procedimento.

Per raggiungere l’angusto locale della stampa attraversiamo una cucina di quelle vecchie, con i soffitti a cassettoni, un lungo tavolo in legno con la tovaglia ricamata di pizzo bianco e la credenza, e, sul fuoco, dei pomodorini che piano cuociono per il pranzo della domenica facendo venire a tutti l’acquolina in bocca. Davide ci fa strada e procede quindi a preparare il torchio, a spalmare la vernice sulla lastra e a una stampa completa che non manca di lasciare i bambini a bocca aperta.

Per il pranzo rimaniamo in qualche modo in tema, visto che andiamo a mangiare in una vecchia fabbrica lì accanto, ora adibita a ristorante. È questa la sintesi di una zona che sarebbe rimasta pressoché nell’ombra se non ci fosse stato un recupero totale. Il laboratorio del nostro amico artista  è uno degli ultimi esempi di cos’erano un tempo i Navigli. Presto il Comune ci metterà mano per ristrutturare e adibire quei locali ad abitazioni studentesche. Al dispiacere per un passato che se ne va si unisce la gioia per spazi dati a nuova vita. E quanta vita!

Sulla linea della metropolitana, per tornare a Brera, c’è anche il Museo nazionale della scienze e della tecnologia, che spesso offre interessanti laboratori. È il nostro caso, e appena arriviamo i bambini possono seguire un workshop chiamato “Spacca-Chip”, dove, guidati da Paola Mirai e con l’aiuto di studenti di varie facoltà, dal Politecnico ad Architettura, vengono dati loro in mano esemplari archeologici di elettronica, o più semplicemente cellulari, computer e simili non più funzionanti, affinché – da bravi nativi digitali – li trasformino in interessanti sculture. Non è che la prima parte di una visita interessantissima a questo museo, in cui i bambini sono rapiti dalle informazioni e dagli oggetti in esposizione.

Sulla strada del rientro la città è ancora bloccata per la tappa finale a cronometro del giro d’Italia; a differenza delle cittadine, dove gli eventi sono rari e quando accadono attraggono e coinvolgono tutti, qui il Giro sembra quasi ostacolare l’andamento di una domenica in cui si ha davvero l’imbarazzo

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