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May 30, 2012

Festival dell’economia a Trento. È o non è un paese per vecchi?

Anna Quinz

Una delle cose che mi infastidisce di più nei miei giri in bici sull’Appennino è incontrare signori che hanno molte più primavere di me alle spalle e che mi superano in scioltezza mentre sto arrancando su una qualche salita”.

Comincia con queste parole, la presentazione ufficiale del Festival dell’Economia 2012 di Tito Boeri, che ne è il responsabile scientifico. Un pensiero, quello di Boeri, che forse è passato prima o poi nelle menti di molti, e che in qualche modo bene introduce il tema scelto per l’edizione del festival che partirà domani a Trento: “Cicli di vita e rapporti tra generazioni”. C’è sempre qualcuno più giovane di noi, ci ricorda tra le righe il professore, e qualcuno più vecchio di noi. Possiamo essere superati in corsa dall’uno, ma anche dall’altro. È il ciclo della vita, è la natura, ma è anche l’evoluzione della società. In particolare, di questi tempi.

Boeri continua: “la Grande Recessione e poi la crisi del debito hanno aperto non solo in Italia una grande questione giovanile e una grande questione degli anziani. I primi hanno seri problemi a entrare nel mercato del lavoro e a iniziare il loro ciclo di vita. I secondi faticano a chiuderlo serenamente perché hanno seri problemi di liquidità verso la fine della loro esistenza”.

Un circolo vizioso e malato, quello raccontato, che rappresenta la realtà in cui viviamo, noi giovani, vittime della “questione giovanile”, e le generazioni che ci precedono, vittime della “questione degli anziani”.

Su questo tema, e su tante variazioni sul tema, si articoleranno gli intensi 4 giorni del festival, che già da tempo ha iniziato a invadere di arancione la città di Trento (l’arancione è ormai da anni il colore simbolo dell’evento e leit motiv di tutta la sua comunicazione), dai negozi alle piazze, dai luoghi della cultura alle università. Tutta la città (ma anche Rovereto) è intensamente coinvolta nel progetto, tutta la città sa quale e quanto prestigio e forza dà questo evento ai suoi luoghi e alle sue persone, e così, pronta per la maratona, Trento si fa bella, si veste di arancio e si prepara ad accogliere i tantissimi ospiti e i tanti curiosi che al festival parteciperanno.

Generazioni a confronto dunque, giovani e anziani non concorrenti o nemici, ma naufraghi sulla stessa barca, quella di un tempo e di uno spazio che non sono di aiuto per nessuno, che costringono chiunque a remare con vigore, per stare a galla. Tantissimi gli esperti che si districheranno intorno a questo tema scottante, tante le visioni proposte, tante le prospettive di dibattito e dialogo. Elencare la totalità del programma è impresa impossibile, come anche elencare i prestigiosi relatori. Basta ricordare allora di consultare il calendario qui, e poi, semplicemente aggirarsi per la città con le orecchie su. In ogni angolo, in ogni piazza, in ogni strada, infatti, si potrà trovare un segnale arancione di qualche tipo che dirà “il festival dell’economia è anche qui”. Libri da scoprire e radio da sentire e fare in diretta, programmi per bambini e punti informativi, punteggeranno la città di Trento, che per quattro giorni avrà i riflettori internazionali puntati su di sé, come ormai da anni succede in occasione di questa kermesse che ha saputo trovare la strategia giusta per fare breccia anche nei cervelli più difficili ed esigenti.

Un evento però, vorrei segnalarlo con particolare attenzione, perché anche se poco ha apparentemente a che fare col tema portante, o con il concetto di festival dell’economia, rappresenta (specialmente per chi come noi fa questo mestiere) un segnale importante e da non sottovalutare mai. Sabato 2 giugno, alle ore 17.00 presso la Sala Filarmonica, il Sole 24 ore organizza un incontro dal titolo emblematico: “Niente cultura, niente sviluppo”. Ricorderete il Manifesto pubblicato dalla testata lo scorso febbraio, che auspicava una rivoluzione copernicana nel rapporto fra sviluppo e cultura. In cinque punti, sottoscritti da moltissimi tra i migliori cervelli del paese nel campo non solo culturale, il Sole ha portato a galla un problema grave e fondamentale per la crescita dell’Italia (e qui il tema delle generazioni, entra prepotente). Da allora però, sono cambiate le cose? Quali passi concreti sono stati fatti? Per saperlo, partecipate all’incontro a Trento, lì ospiti del mondo scientifico e artistico, cercheranno di fare un bilancio. Speriamo positivo.

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