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May 30, 2012

Bunker 14: Statement di Umberto Tecchiati

Franz

Il punto di vista di Umberto Tecchiati, Presidente di Italia Nostra Bolzano, intorno al tema Bozner Bunker Nr. 14

(per l’articolo generale sul tema cliccare qui …)

Se l’“Alto Adige“ non mi avesse chiesto un parere riguardo al bunker, temo non mi sarebbe mai venuto in mente di occuparmene. Senza nulla togliere, infatti, alla giusta preoccupazione che questo significativo segno del nostro passato possa in qualche modo venire distrutto o abbandonato all’incuria (come fu, e ancora temo sia, il caso delle aquile di Ponte Druso), penso con molta preoccupazione al fatto, tanto per dire, che abbiamo un Museo Civico chiuso da anni, e forse lungi dal venire riaperto, e con tutto il rispetto per il bunker si tratta anche, come si dice, di priorità. Per quanto mi riguarda, infatti, in tema di storia e di cultura, la riapertura del Museo Civico è la priorità delle priorità, e quasi tutto il resto può attendere. Non di meno il caso del bunker mi offre la possibilità di fare un paio di riflessioni che mi auguro possano tornare utili al dibattito.

Il bunker è un manufatto storico, e in quanto tale il primo pensiero che dobbiamo avere al riguardo, è che esso venga tutelato. Non esiste infatti alcuna possibilità di trasmettere al futuro i segni del passato se non sottoponendoli a un regime per quanto possibile stretto e scientificamente rigoroso di tutela. I nemici da cui tutelare i monumenti storici sono in primo luogo il passare del tempo e la mancanza di manutenzione. Un edificio che cessa di venire accudito è destinato presto o tardi a deteriorarsi e a crollare anche se nel caso del bunker si può prevedere che il crollo avverrà con maggiore lentezza ed evidenza che non per le case di Pompei, e con meno spargimento di lacrime.

L’altro importante nemico dei monumenti è l’espansione edilizia con la trasformazione delle città e del territorio, e qui gli argini offerti dalle leggi, dai regimi di tutela insiemi etc., possono risultare inefficaci, come sta avvenendo ad esempio nel caso del Palazzo degli Uffici Finanziari, o come è già successo nel caso della cantina di Gries o dell’area attigua al maso Anraiter. Da questo punto di vista, come ricordava il 5 agosto sull’Alto Adige il sindaco Spagnolli, l’inserimento del bunker in un’area non edificabile lo pone al riparo da qualsiasi distruzione. C’è poi un nemico più subdolo, ma non meno pericoloso, che si chiama”valorizzazione”. Quando si parla di beni culturali, è diventato di moda parlare di valorizzazione, dove con questo termine non si intende conservazione, studio, ricerca, trasmissione del sapere, coinvolgimento dei cittadini nel processo di autoidentificazione con il proprio passato da custodire e trasmettere alle generazioni future, ma sfruttamento economico, business. Ora, non c’è niente di male che un teatro greco torni a vivere la funzione per la quale è stato costruito ospitando rappresentazioni di drammi antichi, e che gli spettatori paghino profumatamente per godere del privilegio di assistervi. E’ anzi auspicabile che, fatte salve le necessità di tutela e di sicurezza, tali contesti siano parte attiva e integrante della cultura contemporanea. Ma non potrà accadere che la preoccupazione dello sfruttamento economico soverchi la necessità della conservazione, dello studio, perché in tal caso la porta è presto aperta ad ogni possibile raffazzonatura, colpevole e vuota culturalmente e priva di senso per la collettività.

Valorizzare significa dare valore a qualcosa che non ne ha. Ma un monumento non ha bisogno di essere valorizzato, semmai di essere compreso, amato, tutelato, studiato. La sua commercializzazione si giustifica solamente se contribuisce a ripianare le spese necessarie al mantenimento, al restauro, alla ricerca scientifica e alla sua divulgazione. E così nel caso del bunker l’idea di Spagnolli di ricoprirlo è solo un po’ eccessiva e forse non necessaria allo stato attuale, ma non anche concettualmente errata, laddove manchino le risorse per la sua tutela e la sua conservazione in sicurezza.

Quanto alla valorizzazione del manufatto, mi lascia un po’ perplesso un uso diverso da quello culturale, e cioè di attrazione culturale nel quadro di un’idea di “museo diffuso” (Semirurali, Lager di Via Resia, Santa Maria in Augia, Ex Alumix etc.). L’uso degli spazi interni è per molti versi impossibile, come abbiamo appreso dalle documentate precisazioni del sindaco, mentre la pulizia e il ripristino degli interni, così come un rinverdimento e una sistemazione degli esterni è un’idea che merita almeno di essere presa in considerazione, conoscendo le oggettive difficoltà. L’estate passerà, del bunker forse ci dimenticheremo. La nuova legge urbanistica, con l’abolizione della concessione edilizia, sarà varata a quanto pare in autunno (2011 n.d.r.), e di questo ancora non si parla. Forse occorrerebbe una più acuta percezione delle priorità.

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