Contemporary Culture in the Alps
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Ricordi alpini di un week end alpino

24.05.2012
Matteo Vegetti
Ricordi alpini di un week end alpino

Restare o partire? Meglio sopportare orde di alpini e turisti oppure prendere armi e bagagli e rifugiarsi in un eremo montano? Partire, fuggire, basta. E partendo lasciare dietro di sè il rumore e le migliaia di bandierine che sventolano tricolori: è questa la salvezza da invocare devotamente. Partire. Restare? Sì, restare. E magari anche sognare. È qui l’incaglio! Perché nel sogno delle trombe festanti e dei tamburi che danno nuova vita al sonno dolomitico ritroviamo la calma: gli alpini arrivano e anche i più scettici si svestono delle loro ciglia aggrottate.

matteo veggeti

Perché sono pochi quelli che non si entusiasmano alla festa e all’allegria, allo squillo degli ottoni, al ritmo dei tamburi, ai fieri canti, all’amore montano, al passo della sfilata, agli applausi, al sorriso sorpreso delle autorità, al merito paziente di chi con un cappello ed una piuma cambia il volto della città. Le strade si profumano di grigliate e birra, veri veicoli immaginari ne conquistano ogni metro, e la paura del peggio lascia il posto ad un paese sconosciuto da cui nessuno è mai tornato e ci fa rimpiangere chi non ha sopportato ed è partito.

Così gli alpini ci hanno reso un po’ diversi.

E così, il ritorno alla normalità è schiarito dalla colorata sensazione che la corrente alpina abbia abbia trascinato con sè anche la diffidenza.

Tutte le altre foto di Matteo Vegetti sul week end alpino le potete vedere qui

 http://matteovegetti.com

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85esima adunata alpini, alpini, visual arts
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