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May 24, 2012

Bolzano Danza, festival 2.0 che non invecchia e non fa invecchiare

Anna Quinz

Manca ancora qualche mese, e la primavera in corso non fa ben sperare, ma proprio per questo, parlare di estate fa bene, in questi giorni di clima variabili. E se di estate bolzanina si parla, non si può non parlare di Bolzano Danza, kermesse che da ormai 28 anni anima la città nelle sue calde (si spera) serate. La nuova edizione è stata presentata questa mattina nella bella sala prove al 7imo piano del Teatro. Dopo i discorsi ufficiali di rito di politici e direttore, il bravo Emanuele Masi, segretario artistico della Fondazione Teatro Comunale, ha spiegato con una invidiabile capacità di sintesi, il lungo e ricco programma del festival, che si svolgerà dal 16 al 28 luglio.

Alcune cose, mi sono saltate “all’occhio”, di questa edizione. E le riporto punto per punto.

Bolzano Danza, festival 2.0. Dal festival statico e frontale di una volta, semplice contenitore che propone “cose” allo spettatore “inerme”, si passa ora al festival di nuova generazione, dinamico e coinvolgente, che mira all’interazione con il suo pubblico, anche recuperando, in uno sforzo dialettico tra “vecchio” e “nuovo”, il buono che c’era e le tradizioni di una volta (molto tempo fa), quando il teatro si faceva in strada, tra la gente.

Vede più un vecchio seduto che un giovane in piedi. È il titolo di una delle performance proposte (da Roberto Castelli, la sua compagnia Aldes e i danzatori locali di Alps Move), ma è anche un po’ il filo conduttore di questa edizione del festival che ha come tema le “generazioni”. Dunque, al festival troveremo: generazioni di danzatori che si incontrano, maestri e allievi che si ritrovano (Carolyn Carlson e i suoi allievi ora maestri), bambini in scena (il meraviglioso “Il ballo del qua” di Abbondanza/Bertoni) e bambini in platea (il programma di spettacoli per piccoli, “Bolzano Danza Kids”), anziani coinvolti nella creazione coreografica (il progetto bolzanopeople con Balletto Civile che va in una casa di riposo). Insomma, abbasso la guerra alle rughe, i bambini che non vogliono crescere, i bamboccioni, le generazioni che non si parlano né capiscono, i vecchi che si sentono soli, i giovani che si sentono immortali. La danza, sembra voler dire Bolzano Danza 2012, è per tutti e combatte tutto, arriva ovunque e coinvolge chiunque. A qualunque età.

A piedi nudi nel parco e poi a guardare le stelle. Ancora una volta Bozano Danza è green. Ma soprattutto, questa volta porta gli spettatori nel green e il green agli spettatori. Mi spiego. Nella serata di apertura del festival, il foyer del teatro sarà pacificamente invaso da un prato verde (vero), dove tutti potranno passeggiare a piedi nudi e ritrovare un contatto fisico e tattile con l’elemento più naturale che c’è: se le persone non vanno alla natura, Bolzano Danza porta la natura alle persone. E poi, le stelle. La performance di Castelli sopra citata, si svolgerà infatti non a teatro, ma in un bosco, al Colle, nelle notti di luna nuova. Alzare lo sguardo e vedere il cielo stellato, ecco un altro piacevole regalo.

Carolyn Carlson. Immancabile, in un festival che si rispetti, la star. È la volta della grande Carolyn Carlson (presente con una Masterclass, un incontro con il pubblico e il nuovo spettacolo “Synchronicity”), forse, con la scomparsa della Bausch, la più nota e influente coreografa vivente. Una maestra per tanti allievi illustri (da vedere al festival, come i roveretani Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, Roberto Castelli, Simona Bucci e Larrio Ekson), un faro per tanti danzatori o aspiranti tali. Certo non è proprio esponente della danza più nuova e innovativa, ma è sempre una “grande vecchia” della danza contemporanea e merita assolutamente che anche Bolzano le renda omaggio.

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