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May 19, 2012

Exit: Reduci da futili motivi!

Jimmy Milanese

Lui è il classico maschilista, per il quale il corpo della donna è anche un poco suo. Lei si lamenta perché lui le sarebbe venuto dentro senza avvisarla preventivamente. Per i due, avere o non avere figli ben presto diventa un fatto di precisione alcolemica. Infatti, piano piano sarà solo col gomito alzato che lui proverà per lei un barlume di desiderio. La soglia di sbarramento ha tenuto per tre soli voti il di lui partito fuori dal consiglio comunale, e per fortuna ci sono i fascisti al governo, così si può dare alla politica la colpa di quella distanza. Nessuno dei due vuole assumersi la responsabilità della fine, per questo se la passano come due tennisti. Finché la pallina è dall’altra parte, c’è  il tempo di risistemarsi.

Lui legge Il Manifesto con tipica attenzione, voce impostata e ben seduto sulla poltrona; ma in fondo non gli interessa granché dei Rom malmenati dagli sbirri del comune di Roma. Lei lo guarda ammirata, anche se pian piano quell’ammirazione non corrisposta si trasforma in noia. L’estasi è diventata tedio. Il peggio deve arrivare e non saranno ancora i massimi sistemi a dividerli, nemmeno l’impotenza sessuale da abuso alcolico, ma un paio di calzini: nuovi, dai colori sgargianti e a righe, che lei gli regala e lui non vuole indossare. Futili motivi, come un dolcetto alla fine di un pasto che non ti lascia più lo spazio per niente.

Ricordano sempre più i loro momenti felici, e lo fanno solo quando sono tristi. Il dubbio è se lasciarsi nell’odio o nello strazio, e nel frattempo si consuma il tradimento, che non capita tra un tempo e l’altro della partita, magari quando uno dei due sta per calciare un rigore. Arriva allo scadere dei supplementari, quando il risultato è ormai già acquisito. Lei ha smesso da tempo di chiamare fascisti tutti quelli che non le sono d’accordo, lui è ancora alle prese con una serie di gesti inutili a se stesso e dannosi per gli altri. Quindi, prima è la politica, poi arriva il sesso, fatalmente s’intromettono i figli e alla fine, il colpo di grazia lo da il calzino: lento e inesorabile, il declino dell’amore.

La ragazzina è bella, giovane, disponibile e idealista. Veste in jeans e maglietta e sogna un mondo migliore, attorcigliato al suo collo tra le pieghe della kefiah. Lui, il professore, è un reduce da matrimonio, odia il gelato, l’amica della moglie, le frasi fatte e la retorica della vita dove da una parte ci sono tutti i buoni e dall’altra tutti i cattivi. Fatto salvo il fatto che lui è sempre il buono. I due s’attraggono, perché lei e quel corpo esibito come un cimelio sul quale il reduce posa lo sguardo, tanto piccola non si sente; mentre lui ritornando giovane pensa di potere dimenticare la moglie. Serve una discussione, una contrapposizione i-d-e-o-l-o-g-i-c-a, perché non può essere la voglia di sesso la causa di quel tradimento: lo Stato è maschile, mentre la Repubblica è femminile, gli Stati Uniti sono plurali, così unici da essere singolari. E’ il sesso, ma delle nazioni!

La moglie, reduce da quell’uomo naftalinico, pieno di ideali pubblicati nei suoi saggi e mai seguiti nella vita, ritorna anch’ella ragazzina. Dopo anni d’astinenza forzata si concede al sapore del gelato: gusto pralinone. Infatti, lui è un amante del gelato, conosce a memoria le prelibatezze di tutte le pasticcerie cittadine, ma è in cerca di una amica, non di una amante. I due si frequentano con passione e smoderatezza, ma il loro cuore è freddo come un cono di gelato e le loro mani si sfiorano come la nocciola può fare con il pistacchio. Ci vuole una provocazione, bisogna portarla nel letto questa amicizia. Tra l’altro, lo dice pure il manuale per le reduci da matrimonio, che lei sta pedissequamente seguendo.

Alla fine, i due reduci si rincontrano, confessano le loro residue passioni quel tanto che basta da innescare la scintilla della gelosia: ultima arma per coltivare l’illusione dell’unità, forse irrimediabilmente perduta. La vita di coppia è, prima o poi, anche assumersi dei doveri; la responsabilità dell’emotività dell’altro. Può darsi che loro lo abbiano fatto troppo tardi, come molte delle coppie tra il pubblico che alla fine dello spettacolo si guardano perplesse, e magari quella notte torneranno a fare l’amore come da tempo non gli succedeva.

«Adoro quando mi salvi la vita!»
«E la tua ragazzina, ti salva la vita?»

 

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