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April 25, 2012

Viaggio a Madrid. Dia #06: Microteatro Por nuestros sueños; Por dinero

Cristina Vezzaro

C’è un posto, a Madrid, che sembra un bar ma non lo è. Perché è un teatro. Anzi, un microteatro. Dove in microsale (cinque stanze sotterranee, disclaimer per claustrofobici) si susseguono microspettacoli da 10 – 15 minuti con un microcast di non più di 3 attori e un micropubblico che nel nostro caso era composto da cinque spettatori, per quanto nella microsala da 2 x 3 m ci fossero 12 sgabelli lungo le pareti.

Lo spettacolo lo abbiamo scelto un po’ a caso, siamo entrati, siamo andati alla cassa e abbiamo comprato il primo che c’era. Dopo pochi minuti ne iniziava uno intitolato La Grandeza Y la Chiqueza, in cui i due bravissimi Kike Guaza e Alejandro Vera mettono in scena una situazione di prigionia forzata durante la guerra fredda, in un bunker di cui oramai si è tanto abituati da non poterne fare a meno.

Così, nel rispetto dei ruoli superiore/subordinato, si mettono in scena paure e fantasie dell’essere umano. E quando sarà offerta la possibilità di uscire da quella situazione, la paura di ciò che attende al di fuori prevarrà sul bisogno di libertà.

Come per i racconti ultracorti alla flash fiction, il formato “mordi e fuggi” nel teatro riesce a cogliere e regalare l’essenza di una situazione/sensazione con metodi necessariamente diversi ma non per questo meno efficaci.

 

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