
Ed ecco arrivato il mio turno. Devo essere sincero, la cosa inizialmente mi faceva un po’ timore, non tanto per la recensione in sé, ma per la scelta del brano visto che sono un grande “compratore” di musica. Ma il giorno che ho acquistato questa canzone (traccia sarebbe troppo riduttivo) non ho più avuto dubbi.
Il pezzo in questione è Ruby Lee (Original version) tratto dal E.P. SOUL MATES di Fritz Kalkbrenner.
Potrebbe sembrare strana la scelta di un disco così deep, amando io delle cose più “muscolari” ed essendomi sempre definito un “animale” da consolle, ma è proprio qui che esce la mia anima più soul e forse le mie origini musicali più profonde.
Ora parliamo del pezzo. Ascoltando la registrazione inizialmente appare quasi sporca, come fosse analogica, con questo basso a corda che gira per un paio di ottave senza cassa. Ma quando parte la cassa, appare pulito e perfetto per la dancefloor, si aggiungono un po’ alla volta delle leggere percussioni per lasciare spazio poi a un piano molto jezzato e da lì, inizia il viaggio.
Non è che il disco salga tanto, ma è proprio quel tipo di viaggio che ti fa chiudere gli occhi (personalmente mi capita di farlo) e ti trasporta… Ad un tratto si aggiunge una voce incredibile, di altri tempi, quasi sofferente, che fa continuare a volare. E’ incredibile come il disco parta così povero, con solo un basso, e si arricchisca così tanto senza mai abbandonare nessun elemento aggiunto via via con lo scorrere delle ottave… cassa, basso, percussioni, voce e un groove di violino che si alternano fino alla fine del disco, attraversato solo da qualche dolce ripartenza.
Fosse stato qualche anno fa avrei detto che questo è il classico vinile che consumerò ma che terrò sempre in valigia. Un pezzo completo e anche se con un anima deep ha una carica unica soprattutto a volumi importanti.
L’ho provato dappertutto e con un pubblico diverso, dall’HALLE 28 e al MUSEION, a CASTEL MARECCIO e in party privati, e l’effetto è sempre stato lo stesso: “un infinito viaggio musicale”… e pensare che ero convinto di ascoltarlo solo, nei miei viaggi… Secondo il mio umile parere una delle più belle produzioni di Kalkbrenner, pur non essendo il mio artista di riferimento. Ma quando la musica ha la “M” maiuscola, non esistono artista o genere, ma solo emozioni.
Review by Cristian Rot / Domino