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April 23, 2012

E’ scoccata l’ora X della “gestione partecipata della cultura”

Luca Sticcotti

Quella attuale è un epoca di crisi. Soprattutto economica, certo, ma anche politica a causa dei forti scricchiolii manifestati da modello socioeconomico tuttora in vigore.

Nell’ambito della cultura il momento della difficoltà è vissuto talvolta con accenti apocalittici, com’è ovvio che sia in un paese che ha passato decenni sprecando occasioni e perdendo treni.
Ma non tutto è perduto, anzi.
Se da punto di vista strettamente politico si assiste in questi giorni ad una dialettica per molti versi paradossale che vede protagonista la cosiddetta “antipolitica”, nell’ambito della cultura e dello spettacolo si stanno invece vivendo in giro per l’Italia esperienze davvero interessanti e per molti versi rivoluzionarie, al punto di riuscire a paventare una vera e propria rinascita.
Di cosa stiamo parlando? Ad esempio dei modelli di gestione culturale partecipata che si stanno sviluppando in luoghi quali il Teatro Valle di Roma.
Si tratta di “luoghi” della produzione culturale – gestiti in maniera fallimentare da responsabili nella migliore delle ipotesi tutt’altro che votati al “bene” di cui si sarebbero dovuti occupare – che sono stati salvati in extremis da una sorta di mobilitazione generale.
In prima battuta si è trattato di normali proteste, come quelle del “Valle”, che però presto si sono trasformate in veri e propri laboratori destinati a veicolare una “riappropriazione” a largo spettro. Stiamo parlando degli artisti (attori, registi) ma anche tecnici, insomma di tutte le maestranze dello spettacolo. Ma anche – attenzione, aspetto cruciale – del pubblico, inteso come cittadino consapevole dell’importanza della cultura nella vita individuale e collettiva.
L’esperienza del Teatro Valle – ma anche del Sale Docks di Venezia, del Nuovo Cinema Palazzo Roma, del Teatro Coppola Catania e del Teatro Derby di Milano – verrà presentata nei prossimi giorni a Bolzano nell’ambito di un incontro ospitato dal Festival delle Resistenze.
Rappresentati di queste istituzioni, “tornate” nella mani dei cittadini e del pubblico, dialogheranno con gli operatori culturali altoatesini e con il pubblico locale, con un occhio di riguardo anche agli aspetti economici e giuridici delle “gestioni culturali partecipate”.
Nelle istituzioni citate sono state infatti messe in atto sottoscrizioni che hanno consegnato agli artisti e al pubblico la possibilità di un’elaborazione congiunta dei programmi e quindi, in definitiva, le produzioni. Con un occhio di riguardo ed estremamente pragmatico rivolto poi a tutte quelle iniziative collaterali che, oggi come oggi, possono dare respiro dal punto di vista del reperimento di fondi.
Dunque esiste un’altra via alle gestioni paludate e interamente condizionate dagli ammanicamenti politici dei direttori artistici padroni assoluti delle situazioni. Le esperienze ci sono e sono anche sostenute da giuristi coinvoltisi, come Stefano Rodotà al Valle, con lo scopo di consentire l’elaborazione di statuti nuovi nella forma e nella sostanza, complessi, articolati, ma anche aperti fino al punto di essere in parte modificabili online dai sottoscrittori.
Sotto la tenda di Piazza Matteotti domenica 29 aprile a partire dalle ore 14 per svolgere il compito sopracitato è stato chiamato Francesco Palermo, un motivo in più per non perdere un’occasione unica per discutere di cultura in maniera concreta. L’incontro sarà moderato dal critico cinematografico e conduttore di Radio 24 Franco Dassisti.

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