Viaggio a Madrid. Dia #02: Atocha

Atocha è la stazione madrileña diventata tristemente famosa per gli attentati del marzo 2004 in cui trovarono la morte 191 persone. Ed è forse per commemorare le vittime, forse perché la struttura merita effettivamente una visita, che ovunque è indicato che vale la pena visitarla.
Attualmente è in fase di ristrutturazione ma è pur sempre accogliente e gradevole con il suo caffè liberty rialzato e la sua serra rigogliosa ad attutire, in lontananza, la voce che all’altoparlante annuncia i treni. Mentre una coppia assaggia per la prima volta la torrija, il dolce spagnolo a base di pane imbevuto nel latte e quindi fritto su cui viene infine cosparsa la cannella, due vecchi, su una panchina sotto le piante, giocano a carte senza badare al via vai sincopato dei turisti che si attardano con passo lento tra le piante o dei viaggiatori che si affrettano verso le banchine dei treni.
È molto facile immaginare Atocha come futuro spazio espositivo, come il parigino Musée d’Orsay o la berlinese Hamburger Bahnhof. Non che da queste parti manchino gli spazi espositivi, dal vicino Reina Sofia al Caìxa Forum al Prado al Thyssen, con il piacevole Paseo del Prado a ricostruire una sorta di Museum Mile.