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April 13, 2012
Viaggio a Madrid. Dia #01: Jueves Santo
Cristina Vezzaro
Il benvenuto a Madrid è al Café Galdós, con il suo bancone e i tavolini in marmo su base in ferro, le sedie in legno e i soffitti alti con le pale che girano a rinfrescare l’aria già fin troppo fresca di aprile. Mi accoglie per il primo pincho de tortilla che arriva con una forchettina piccola, forse di latta, mentre il jazz si diffonde dall’alto e mi fa sentire già a casa. La frequentazione sembra ricordare una certa New York, ma qui i latinosparlano la stessa lingua dei locali, solo con accenti diversi e mises rap-urbane, e sembrano più a casa loro con gli spagnoli della regina che non nella capitale del multiculti.
I negozi sono chiusi, tutto è fermo nella Semana Santa madrileña, solo il vento e la pioggia non danno tregua; per fortuna lì accanto c’è il Circulo de Bellas Artes, che ospita mostre solo al mattino ma ha un caffè sempre aperto. L’euro di ingresso sembra giustificato dai decori nell’atrio e dall’aspetto delle vetrate del caffè, dove ci si immaginano letterati e artisti seduti a chiacchierare e discutere. All’interno, però, gli arredi sono poco interessanti se non banali e passa presto la voglia di attardarvisi. Poco dopo inizierà uno spettacolo teatrale,
ma lì accanto c’è anche il Cine Estudio che proietta un Kaurismaki d’epoca da prendere al volo.
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