Culture + Arts > Cinema

April 13, 2012

Il cinema siamo noi

Luca Sticcotti
CINEMA SPECIAL – DAY 5

Il mio primo incontro con il cinema fa ridere e la cosa non mi dispiace per niente. I primi due film che vidi furono un western e un film di Jerry Lewis. Nel primo scoppiai in lacrime durante una scena in cui il “buono” sprofondava nelle sabbie mobili dopo essere scampato all’assalto della diligenza. Nel secondo fuggii terrorizzato da una scena in cui da l’ambulanza su cui era stato caricato Jerry Lewis fuoriusciva con la sua lettiga assolutamente fuori controllo scorrazzando in mezzo al traffico della città. Successivamente vennero i film di Walt Disney, quando ero ospite dei nonni, ed i western in lingua tedesca di Winnetou con mio padre che aiutava a seguire la trama bisbigliandomi in un orecchio.

Poi arrivai a Bolzano. Me lo ricordo bene, quando ero ragazzo i cinema a Bolzano erano sette (7). Sì, lo so, quella era un’epoca lontana, internet ed i telefoni cellulari non esistevano ancora, e alla TV la Rai i film li dava solo sul “primo canale” il lunedì in prima serata, che a quei tempi era l’”unica” serata.

La mia frequentazione “adulta” dei cinema iniziò invece intorno al 1980, raggiungendo la sua massima intensità intorno al 1984. All’epoca l’appuntamento settimanale con il cineforum al Concordia di piazza Cristo Re era davvero irrinunciabile. Al di là della cultura che ci facevamo andando a vedere i film, il cineforum era in quel periodo davvero un fondamentale momento di aggregazione. Ci si incontrava in molti e dopo, magari, si andava a bere qualcosa, come sempre. E già allora la sala del Concordia risultava decisamente sproporzionata rispetto al pubblico presente, anche se eravamo sempre almeno un paio di centinaia ad affollare la sala. All’epoca facevo il servizio civile a La Strada der Weg. Tutti noi obiettori abitavamo insieme in una vecchia casa in Corso Italia e la sera del cineforum partivamo tutti in blocco, insieme ad altri amici, per andare al cinema.

La proposta del cineforum non era l’unica però in città: in centro era attivo il Filmclub, proponendo le sue proiezioni in una sala molto più piccola. Era una situazione in qualche modo rovesciata rispetto a quella odierna che vede protagonisti il Capitol e l’infelice sala del cineforum in via Roen. Al Filmclub ho visto tutta la prima filmografia di Wim Wenders, ricordi memorabili. La sala, anche se era piccola, aveva comunque il suo fascino e si poteva contare sul valore aggiunto legato al momento d’aggregazione che diventava automaticamente interetnico. Per l’epoca era tutt’altro che scontato.

Insomma: per me e per centinaia di altri bolzanini in quei tempi il cinema inteso come cinema d’autore era un irrinunciabile sinonimo di cultura. Era forma d’arte ma anche fonte d’informazione, oltre che accattivante luogo di narrazione. Il dibattito prima e dopo le proiezioni non era una regola – la scena di Fantozzi e la Corazzata Potemkin non aveva corrispettivi a Bolzano, per lo meno all’inizio degli anni ’80 – ed il motivo risiedeva nel fatto che le discussioni avvenivano in maniera naturale iniziando sui titoli di coda, sviluppandosi informalmente ma non per questo con minore intensità.

Da allora le cose sono cambiate a tal punto che la “necessità” di un’offerta cinematografica di qualità è diventata a Bolzano un qualcosa da rivendicare. Come se il cinema avesse fatto il suo tempo e fosse diventato un prodotto culturale “minore” per il quale eventualmente si suggerisce una fruizione “privata” e, va da sé, corsara.

Qui siamo oltre il riflusso, ahimé. Si tratta di vero e proprio annichilimento.

Non mi è mai passato per il cervello che il cinema abbia perso, oggi, la sua forza e la sua capacità di raccontare e raccontarci. L’ho frequentato meno, negli ultimi decenni, perché mi sono concentrato per lo più su altre cose. Ma periodicamente al cinema sono tornato ed ogni volta ho rivissuto la magia del grande schermo, della risposta dell’audio nella grande sala, dello sprofondare nella propria poltrona inghiottiti dalla visione e di riaffiorarne a fine proiezione abbagliati dalle luci di sala con lo sguardo volto a recuperare qualche volto noto. Continuando a ripensare, nei giorni a seguire, ai contenuti del film visto. Individuandone ulteriori chiavi di lettura, apprezzandone le sfumature.

Faccio allora il mio appello: per favore, non perdiamo tutto ciò. Riprendiamoci il cinema. Quello vero. Siamo ancora in tempo ma dobbiamo alzarci in piedi e dirlo, chiederlo. Leggo in questi giorni che si raccolgono le firme per continuare a suonare jazz (a basso volume!) in via Locatelli alle 11.30 del sabato. Se me lo avessero detto all’inizio degli anni ’80 avrei fatto la rivoluzione pur di difenderlo. La stessa cosa si può forse fare anche per il cinema d’autore. O no?

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Archive > Cinema