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March 29, 2012

Gli studenti delle superiori, in una Biennale d’Arte tutta per loro

Cristina Pucher

Sono oltre 1.100 gli studenti degli Istituti d’arte e Licei artistici del Triveneto che hanno partecipato al Concorso “Biennale Giovani”, finalizzato alla mostra “A rebours. L’arte dei giovani ripensa la Storia”, visitabile dal 31 marzo al 10 giugno nelle Gallerie di Piedicastello – Fondazione Museo Storico Trentino, due tunnel stradali, riadattati e adibiti a luogo di cultura e di esposizione. 1.158 le opere valutate da una commissione costituita dai docenti degli Istituti partecipanti, che hanno fatto una prima scrematura, per arrivare a 3 opere per istituto, giudicate da rappresentanti di alcuni importanti Musei patrocinatori del territorio delle Tre Venezie: la Fondazione Bevilacqua La Masa e la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la Galleria Civica di Trento, MART di Rovereto e Meranoarte.

La manifestazione è stata anche insignita di un prezioso riconoscimento da parte della Presidenza della Repubblica: una speciale medaglia, come riconoscimento della validità dell’intento del progetto e del modo in cui esso è stato condotto e diffuso, con “particolare attenzione al mondo dei giovani e con l’obiettivo di valorizzare le loro qualità artistiche e sostenere il loro impegno nella propria attività formativa non solo specificamente dedicata alle discipline dell’arte ma anche nei confronti della Storia contemporanea”.

“In questa mostra vedremo uno spaccato di come i giovani interpretano il passato che gli è stato raccontato, di come vivono la contemporaneità e di come vedono il futuro” – afferma Giulio Martini, editore di AreaArte, la rivista che organizza il Concorso – “La mostra pone l’accento su tante situazioni storiche della nostra contemporaneità e del passato, dalle immagini sul fascismo a quelle su dittatori vecchi e nuovi. Da questa mostra, dunque, si riesce a capire come i giovani vivono i temi della la memoria e del ricordo e fa capire a noi adulti che forse li stiamo trascurando. Vedere questi lavori, può essere un modo per avvicinarsi a loro. Io credo che dovremmo ascoltarli di più: non conosco personalmente nessuno dei ragazzi coinvolti nella biennale, ma la mia conclusione, dopo aver visto tutte le opere, è proprio quella di un bisogno di maggior ascolto”. E aggiunge ancora Martini: “la mostra mette però anche in luce il modo in cui il giovane percepisce una particolare, fondamentale, forma di libertà: la libertà di esprimersi”.

www.biennalegiovani.it

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