Culture + Arts > Cinema

March 28, 2012

Cesare deve Morire: un capolavoro dai volti umani

Elisabetta Bortolotti

VOTO 10

Cassio si gira, cerca la macchina da presa, smette di recitare, parla al pubblico e dice: ‘da quando ho conosciuto l’arte questa cella è diventata una prigione’. Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani, vincitore dell’Orso d’Oro del 62esimo Festival Internazionale del Cinema di Berlino, ventun’anni dopo la vittoria di Marco Ferrerialla Mostra, racconta la messa in scena della tragedia di Sheakespeare del Giulio Cesare dentro al carcere di Rebibbia. Il film narra della ‘prima’ rappresentazione aperta al pubblico e percorre a ritroso, con un bianco e nero quasi poetico, la nascita dell’idea del regista Fabio Cavalli che da anni lavora e collabora all’interno del carcere, della scelta degli attori, delle prove, dell’allestimento dello spettacolo e degli stati d’animo dei carcerati. Illuminante la scelta di una tragedia come il Giulio Cesare, generale, condottiero e finalmente dittatore e tiranno di Roma, una storia di onore e amicizia, che riesce ad attualizzarsi attraverso l’interpretazione e le esperienze di vita degli attori stessi. Non solo Cesare assomiglia al protagonista ma è al centro della scena e dei dialoghi, e lo sono in egual misura anche Bruto e Cassio che nell’ultimo atto, preferiscono suicidarsi piuttosto che essere fatti prigionieri. Un dramma che si fa metafora delle esistenze che lo interpretano. L’uso del dialetto d’origine di ogni carcerato per recitare una storia di tradimento e violenza, mette a nudo le ansie, le colpe e soprattutto le personalità dei condannati. Uomini reclusi per reati di camorra e mafia, condannati nella maggior parte dei casi a fine pena mai, uomini che hanno ucciso, che hanno tradito e che non nascondono le lore paure e le loro storie personali. Attraverso i loro sguardi, le loro espressioni, la spontanietà, attraverso i camminamenti del braccio di Alta sicurezza e l’ambientazione, conosciamo la storia di Cesare e riusciamo solo a immaginarci cosa possa significare per questi uomini pronunciare la parola libertà. Che forse non vedranno mai.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.