Viaggio in Sicilia, giorno #02: Porto Palo di Capo Passero e Marzamemi

22.03.2012
Viaggio in Sicilia, giorno #02: Porto Palo di Capo Passero e Marzamemi

Quando da Siracusa si imbocca la statale che si snoda lungo la costa, ci si trova ad attraversare campi di un verde ricco delle recenti piogge, con casolari e rovine e capannoni semiabbandonati e costruzioni mai finite. E la bellezza del paesaggio non sempre riesce a coprire l’incuria. Come quella di un castello a due passi da Porto Palo che, abbandonato al suo destino, si avvia lento verso un declino certo; come quello delle barche confiscate dalla guardia costiera a Capo Passero, estrema punta sud della Sicilia, più a sud ancora di Tunisi, dove lo Ionio incontra il Tirreno. Le barche lì riposano desolate nella baia in attesa che passino i 10 anni necessari per sbarazzarsene. E intanto si perde un’altra buona occasione di recupero per riutilizzo, magari per scopi di eco-turismo.

Alle storie che queste barche raccontano, con i loro colori pastello, un tempo forse accesi ma oramai stinti dal sole, fa da eco la storia di Santina, una donna di 57 anni ritornata in Italia dopo essere stata, insieme ai genitori, una di quei tanti italiani che da un secolo fa a tempi non molto lontani andavano Oltreoceano, a loro volta alla ricerca di quella fortuna che altri sembrano ora sognare qui. Ma l’American Dream che per alcuni si avverava non prendeva forma in Venezuela, e con la scusa di un lutto familiare la madre di Santina si arrendeva al fallimento di quel sogno per tornare a una vita più difficile per certi versi ma più calda per altri, dagli affetti di una famiglia che a volte stava forse un po’ stretta, ma comunque era meglio che niente. E Santina, che a fatica è riuscita a mandar giù i tanti tabù delle tradizioni e a rinunciare alla maggiore libertà personale di cui sembrava si godesse in Venezuela, ora è felice del senso di famiglia che la sua terra le regala, nonostante i figli emigrati tutti al Nord.

Dopo aver bagnato i piedi a Carratois ed esserci goduti una passeggiata sulla spiaggia, dopo i vini Sultana che Francesca e i suoi figli generosamente ci fanno assaggiare mentre prepariamo spaghetti per 40 persone, dopo aver soddisfatto i nostri sensi di colori e odori della terra e delle vigne, e sabbia ancora fresca e orizzonti sul mare, il sole del tramonto si riflette sulle pietre di Marzamemi, sulla chiesa nella piazza che pochi passi attraversano ora ma che tra poche settimane si riempirà di tavolini e gente e risate e voci nell’attesa che esploda l’estate.

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