Contemporary Culture in the Alps
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Cinema,Culture + Arts

“Magnifica presenza” di Ozpetek: non convince pienamente

21.03.2012
Andrea Beggio
“Magnifica presenza” di Ozpetek: non convince pienamente
Cinema,Culture + Arts

“Magnifica presenza” di Ozpetek: non convince pienamente

21.03.2012
Andrea Beggio

VOTO 7

Pietro (Elio Germano), aspirante attore, arriva a Roma dalla Sicilia per provare a ad intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo. In fuga dalla presenza dominante della cugina (Paola Minaccioni), trova un bellissimo appartamento purtroppo, o per fortuna abitato da una compagnia teatrale di fantasmi (Margherita Buy, Beppe Fiorello e Vittoria Puccini). Anche questa volta Ozpetek costruisce la sua storia partendo dai rapporti e dalle relazioni che si formano fra personaggi che stanno ai margini e che, dovendo sopravvivere nelle pieghe di una società aggressiva e spietata, si aiutano, si proteggono, si “leccano le ferite”, dimostrando l’un
l’altro, in modo spesso inspiegabile, meccanico, una grande e forte solidarietà. Per Ozpetek i diseredati, quelli che la società considera deboli, ma che nelle sue storie si dimostrano invece eroicamente coraggiosi, sono tutti coloro che, per identità sessuale, politica o di genere, non stanno nella media di ciò che comunemente è ritenuto socialmente accettabile. A fare compagnia ad omosessuali, transessuali trans gender e donne, questa volta c’è una compagnia di attori le cui anime sono rimaste intrappolate in un appartamento al centro di Roma. Un lavoro che, anche se non originale rispetto all’immaginario che il regista ha già ampiamente rappresentato e descritto, poteva senz’altro esprimere di più per quanto riguarda lo snodo narrativo.

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ferzan ozpetek, magnifica presenza
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