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March 15, 2012

Intervista a Vanni Santoni

El_Pinta


Oggi pomeriggio alle ore 18.00 avrà luogo, presso la sala polifunzionale “Rosenbach” di piazza Nikoletti a Oltrisarco, il convengo La città che cambia – Die Stadt im Wandel. L’appuntamento fa parte del progetto Time-Code 2012 e dell’argomento discuteranno gli architetti Kathrin Dorigo, Andrea D’Affronto e lo scrittore Vanni Santoni. Quest’ultimo, uno dei giovani scrittori italiani più interessanti degli ultimi anni, ha deciso di rispondere ad alcune delle nostre domande.

Si può dire senza timore di sbagliare che questi ultimi mesi siano stati mesi importanti per la tua carriera di scrittore: non soltanto hai pubblicato due romanzi (Se fossi fuoco, arderei Firenze e L’ascensione di Roberto Baggio a quattro mani con Matteo Salimebni) e continuato a lavorare al GRA SIC ma sei anche stato tra gli animatori del dibattito culturale nazionale attraverso vari canali. Ci racconti come hai vissuto questa stagione così particolare della tua vita e della vita culturale italiana?

Sì, è un periodo in cui si sono concretizzati o si stanno concretizzando vari progetti, ma ormai da qualche tempo sono nel ”flusso”: ho così tante cose aperte che neanche mi rendo conto troppo bene del fatto che il 2011 sia stato un anno cruciale. Se fossi fuoco, arderei Firenze sta andando benissimo, è appena entrato in ristampa, L’ascensione di Roberto Baggio pure vende e sta avendo ottime recensioni un po’ ovunque, e anche aver chiuso il progetto del “Grande Romanzo SIC” con un contratto – il libro uscirà a inizio 2013 – è un bel risultato… Ma tendo sempre a guardare più alla semina che al raccolto: già penso alle cose da scrivere nel 2012.

Oggi pomeriggio alla biblioteca di Oltrisarco presenterai Se fossi fuoco, arderei Firenze, un romanzo uscito per la collana “Contromano” di Laterza, ci racconti com’è nato e si è sviluppato questo progetto?

Se fossi fuoco, arderei Firenze nasce su precisa chiamata di Laterza, avevano letto Gli interessi in comune e gli era piaciuto, cosí volevano da me un “Contromano”. Dopo un paio di proposte, poi abortite, più in linea con la collana, ovvero in stile “saggio narrato”, sono arrivato alla conclusione che se volevo fare qualcosa di buono doveva comunque essere un romanzo, ed ecco SFFAF. A livello di scrittura, pur sapendo che avrei cercato una narrazione corale e circolare, che avesse al centro le vicende umane, sono partito dai luoghi. Ho mappato e poi ho popolato.

Sia Gli interessi in comune che Se fossi fuoco, arderei Firenze sono romanzi i cui personaggi gravitano intorno a quella sorta di entità geografica e psicologica che siamo soliti chiamare “la Provincia” pensi che, a dispetto di tutte le differenze regionali, esistano dei tratti che possono accomunare la vita di Provincia? Se si, quali?

Ai tempi delle presentazioni de Gli interessi in comune, dicevo spesso che l’Italia è tutta provincia, facendo riferimento alla moltitudine di città di piccole e medie dimensioni che costituiscono, di fatto, il paese. In realtà credo che la faccenda sia più grande: l’intera Italia, oggi, è provincia, anzi periferia di provincia, rispetto al mondo, e questo, che se ne sia consapevoli o no, ha delle ripercussioni esistenziali su tutti.

Un altro tratto che mi pare accomunare i tuoi libri è la riflessione sulle maschere che indossiamo quotidianamente quando viviamo la nostra vita e sugli steccati in cui tendiamo a rinchiuderci per rimanere fedeli all’immagine che cerchiamo di costruirci. Pensi che sia una lettura corretta del tuo lavoro?

Anche questa credo sia una caratteristica fondamentale della contemporaneità. Le agenzie classiche di definizione dell’identità (classe, mestiere, ruolo in famiglia, etc.) sono saltate e quindi la maschera è diventata anche più importante di prima. Poi è pur vero che è un tema che mi affascina e quindi tendo a lavorarci molto.

Nella tua carriera hai praticato moltissime forme diverse di scrittura: romanzi, racconti, micronarrazioni, scrittura on-line, scrittura collettiva, dungeon mastering, ecc. Come stanno cambiando il mestiere di scrivere e il panorama editoriale mano a mano che le tecnologie digitali si conquistano sempre più spazio?

Credo che le cose cambieranno in meglio. Internet è scritta, no? Parlando del cambio di supporto in corso, è normale che gli editori siano nel panico, ma non credo che questo nuocerà al romanzo. Casomai nuocerà alle loro tasche, il che spiega il panico…

Questa è la seconda volta che sali a Bolzano nel giro di pochi mesi, cosa ti ha colpito in positivo e cosa ti ha colpito in negativo della nostra città?

In positivo, la qualità dell’organizzazione, la puntualità nei rimborsi spese di viaggio, El_Pinta, il cibo al Cavallino Bianco. In negativo, la scortesia di un omino in una copisteria… Ah anche tutti quei manifesti di Casa Pound non erano poi troppo un bel vedere.

Quali sono i tuoi progetti futuri a breve, medio e lungo termine?

Troppo grossi e troppo embrionali per parlarne adesso. A maggio – questo si può dire essendo piccolo e già compiuto -uscirà un mio racconto in forma di libro, nella collana ZOO - Scritture Animali diretta da Vasta e Voltolini per :duepunti edizioni.

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