Culture + Arts > More

March 14, 2012

Dal censimento, le rilevazioni del rilevatore Thomas Grandi

Anna Quinz

Il rilevatore è un progetto nato e concluso nel periodo del censimento ufficiale. Mi sono trovato ad entrare nelle case e vedere sconosciuti, parlare con loro senza che potessero sottrarsi in alcun modo” così Mario Rossi (alias Thomas Grandi), racconta il suo progetto “Il rilevatore”, che da venerdì fino a domenica sarà presentato negli spazi di Lungomare a Bolzano. Il censimento ha occupato, si sa, moltissime persone che cartelline computer alla mano, giravano di casa in casa per “rilevare” la popolazione, censirla e perché no, scoprirne piccoli segreti domestici. Uno di questi rilevatori era appunto Thomas Grandi, che essendo però anche artista, ha raccontato in un blog la quotidianità di questa esperienza, con un occhio diverso, crediamo, da quello di tanti altri che hanno fatto questa veloce e fugace professione.

Decidere di fare un censimento privato parallelo al censimento ufficiale è un’idea che reputo buona perché oziosa. Nel rilevare dati sono state prese foto ed impressioni varie dell’entrare in case private. 
Una mole di lavoro per arrivare a risultati interessanti solo sotto l’aspetto della curiosità”. Ed ecco spiegato  il punto di vista, l’oziosità e la curiosità del progetto che permetterà allo spettatore uno sguardo un po’ voyeuristico, all’interno di paradisi o inferni domestici bolzanini. Chiediamo quali impressioni ha raccolto Grandi in questo percorso, e ci racconta che le maggiori derivavano dal pensiero che “io facevo un lavoraccio e i censiti facevano un lavoraccio. Mi odiavano ma mi sopportavano. E viceversa”. Assistere alla nascita di una relazione umana, seppur di brevissima durata, a osservazioni da “esterno”, viste però dall’”interno”.

Un esempio (dal blog di Grandi su Lungomare.org): “La gente mi apre casa propria. Sono un ospite, non graditissimo e me lo fanno notare, ma sono un ospite. Si scusano per il disordine, ci accomodiamo, mi offrono qualcosa, beni di conforto tra cui spiccano i mandarini. Mangio mandarini con costanza. E posso dire che questa non è stata una gran annata, per i mandarini. Me ne danno da portare via, come mancia per avere ascoltato le loro risposte poco interessanti condite con aneddoti di varia natura che con l’avanzare della mia permanenza diventano sempre più intimi. Finiamo e io so cose di loro che non mi interessavano direttamente, ma adesso siamo legati. Mi amano, sono loro ospite sul serio proprio quando devo andare. Prendo i loro mandarini e vado nella casa successiva”.
E, visto che siamo in Alto Adige, quali le “conclusioni” tratte da questo rilevatore sui generis, nei confronti della questione della dichiarazione di appartenenza linguistica? “La parola conclusivo non ha nessun senso, credo sia questo il senso conclusivo, o conclusivo provvisorio da tanto”.

E, sempre perché di rilevatore sui generis si parla, chiediamo a Grandi (che è artista, ma anche graphic designer e molte altre cose), cosa di se stesso ha infilato nel progetto, e, dato che si tratta di un progetto d’arte sui generis, cosa significa arte per lui. Con l’ironia e la sagacia che lo contraddistinguono, ci risponde: “questo progetto va da sé, non è accostabile ad altri miei precedenti, chiaramente ho messo del mio nella resa finale, trovando soluzioni grafiche lineari. Su cosa è arte e cosa non lo è non mi pronuncio, mi parrebbe eccessivo, e poi stiamo comunque parlando di me, non è carino esagerare con l’enfasi quando si tratta di una cosa propria, è maleducazione”.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There is one comment for this article.