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March 13, 2012

Allo Studio Raffaelli di Trento, le paperate di Laurina Paperina

Claudia Gelmi

«Si potrebbe continuare per altre dieci pagine da quanto mi sto divertendo a raccontare il pantheon di personaggi mutati geneticamente in perfidi omuncoli, ispirati alla musica, alla tv, all’arte oppure completamente inventati, che compaiono nella nuova mostra della Pape, come un’emissione non controllata di liquido seminale». Sono le parole di Luca Beatrice, autore del testo critico presente nel catalogo della nuova, e prima in Trentino, personale dell’artista di Rovereto Laurina Paperina, a introdurci nella travolgente ondata di «paperate» che si accinge ad essere presentata al pubblico. Giovedì 15 Marzo sarà infatti inaugurata alle 18.30 nella galleria Studio d’arte Raffaelli di Trento New Pollution, un’esposizione il cui titolo attinge a «una canzone di Beck che rispecchia il giusto sound della mostra, i lavori che sto facendo: il senso è quello di una nuova contaminazione», dichiara la giovane artista.

«Laurina Paperina, con la sua mantella blu e l’identità mascherata, è la supereroina italiana ironica e dall’umorismo pungente, che distrugge gli artisti – afferma Yasha Wallin nella sua analisi della personale di Laurina Paperina – Usando la pittura, il disegno, l’animazione e la scultura come armi segrete, questa astuta guerriera crociata diffonde il suo messaggio a gallerie, musei e fiere d’arte in tutto il mondo. La sua missione è fare in modo che la gente non prenda troppo sul serio se stessa e gli altri. Nella sua mostra più recente New Pollution parte del leggero cinismo, tipico delle sue opere precedenti, svanisce. I suoi soggetti non stanno morendo in maniera così evidente come in passato, ma di sicuro non vivono neppure bene né in maniera molto felice. Questo potrebbe essere un riflesso dell’era turbolenta di oggi, in cui molti di noi fanno fatica a sopravvivere. Nel passato Paperina usava la morte per esaminare la ridicolaggine della vita, uccidendo tutte le celebrità rifatte, i politici boriosi e i creativi narcisisti. Ora invece sceglie di accettare l’umanità per ciò che è, e per questo il suo lavoro risulta più fiducioso».

In procinto di esporre a Barcellona e a San Francisco, l’artista il cui talento è riconosciuto a livello internazionale si gode la sua prima personale «in patria», di cui è molto orgogliosa.

Laurina Paperina, finalmente una mostra interamente dedicata a lei anche «a casa sua».

«Infatti. Si tratta della mia prima personale in Trentino – ne ho fatte in altre città d’Italia e all’estero –: sono molto contenta perché lavoro ormai da dieci anni e ci tenevo molto ad avere una personale anche nella mia terra».

Quali opere esporrà in «New pollution»?

«Saranno tutti lavori nuovi. Nella prima sala sarà visibile una grande installazione e poi a seguire uno spamming di opere, tra disegni e dipinti. Insomma, un nuovo “virus” di Laurina Paperina che si dipanerà nella galleria e nel mondo. Anche in questo caso ho lavorato su più supporti e più temi: la mia arte è uno spamming di molteplicità attraverso il quale cerco di dare la mia visione».

Quali tematiche sviluppa nei suoi lavori?

«Negli ultimi anni mi sono concentrata sul mondo dell’arte: con i lavori How to kill the artist uccido gli artisti famosi, utilizzando spesso come arma le loro stesse opere. Credo che il desiderio latente abbia a che fare con la speranza che muoiano tutti e che io rimanga l’unica artista sulla Terra (ride, ndr). Poi ho indagato gli ambiti della televisione e della musica, ho dato spazio alle creature della mia fantasia: il mio è tutto un mondo “paperoso”».

Da dove deriva il suo nome d’arte, Laurina Paperina?

«Non dalla Walt Disney, come molti pensano, ma dal fatto che all’accademia disegnavo sempre questa bambina con i piedi palmati, che era una sorta di autoritratto».

A quali delle sue opere è più legata?

«Produco tantissimo ed è difficile rispondere a questa domanda. Probabilmente alle ultime, quelle nuove, inedite».

Ha notato un’evoluzione nella sua arte, a dieci anni dall’inizio della sua carriera?

«Sì, mi accorgo che sto diventando sempre più precisa nel segno: oggi ho un segno più grafico, raggruppo più situazioni. Fino a cinque anni fa ero più imperfetta».

Lei fa parte di una generazione di numerosi, quanto diversi tra loro, giovani artisti trentini che sta ottenendo notevoli riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Cosa pensa di questa brillante ondata nell’arte trentina?

«Negli ultimi quattro-cinque anni sono emersi giovani artisti in gamba e tutti diversi per generi e stili. Non esiste un’omogeneità di linguaggio che ci accomuna e credo che questa sia la nostra forza. Ci sono anche buone gallerie che ci hanno sostenuto e ci sostengono. Anche la Galleria Civica di Trento ha contribuito a darci visibilità, spazio e a farci crescere. A questo proposito vorrei fare un appello affinché la Galleria Civica non venga chiusa, perché ha dato supporto a tanti giovani artisti e la sua funzione è molto importante».

New pollution di Laurina Paperina rimarrà allestita fino al 31 maggio. Presso lo Studio d’arte Raffaelli verrà inoltre inaugurata il 22 marzo alle 19 la personale di Donald Baechler Some of my subjects 2012, realizzata in collaborazione con Umjetnicki Paviljon u Zagrebu.

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