Culture + Arts > Visual Arts

March 7, 2012

C. Speranza: se non vi convince, di sicuro vi confonderà

Anna Quinz

Chi lo conosce sa che se ha qualcosa da dire, lo dice. Che se qualcosa non gli va a genio, lo dichiara apertamente. Non tutti lo fanno, soprattutto in “scene” piccole come quella dell’arte altoatesina, e questa voglia di mettere in discussione modalità e modelli del mondo dell’arte, gli è valsa la fama, a mio parere lusinghiera, di “cavallo pazzo”. Lui è Carlo Speranza, artista altoatesino che il 9 marzo presenterà alla Galleria Civica di Bressanone una sua mostra personale, dal titolo enigmatico “Se non li convinci, confondili”. L’immagine che promuove la mostra è un ritratto bianco/nero dell’artista, con un dito nel naso. Già solo questa fotografia, può in pochi sguardi chiarire, o meglio, confondere, lo spettatore sul lavoro e la persona C. Speranza, che inevitabilmente e fortunatamente ci pone sempre di fronte a questioni critiche, dubbi, e messe in discussione. Senza entrare nel merito della personale brissinese – il modo migliore per avvicinarsi al lavoro di Speranza è lasciarsi stupire – abbiamo fatto all’artista qualche domanda, che come sperato, lascia spazio alla curiosità e agli interrogativi. C. Speranza ci porta sempre a pensare un po’ di più di quel che normalmente faremmo, e per questo approccio, che forse non sempre convince, che di certo confonde, ma che di certo propone stimoli nuovi, lo ringraziamo.

In 10 parole, chi è Carlo Speranza?

Svelo invece cosa vogliono dire i dieci caratteri che compongono il mio nome, C. Speranza. Ma non sono convinto che sia tutto vero…

C = Equilibrio, grande intuizione, calore umano
.  = punteggiatura
S = Solitudine. Cardiopatia di base nella salute.
P = Timidezza di fondo.
E = Denota desiderio di tenerezza e desiderio di cercare altrove ciò che non si trova in casa propria.
R = Momenti di squilibrio, frequenti stati febbrili o malattie. Potenza di forze psichiche occulte.
A = Originalità, indipendenza, insoddisfazione di base, senso critico esasperato.
N = Sensualità in amore, piacere del lusso, tendenza a follie.
Z = Pallino per gli affari, eredità e vincite al gioco. E’ la lettera dei segreti non svelati. Scelte definitive.
A = Originalità, indipendenza, insoddisfazione di base, senso critico esasperato.

(Definizioni delle lettere dell’alfabeto tratte da: L’alfabeto Magico, fonte: http://www.bethelux.it/lettere1.htm)

Speranza, un nome impegnativo da portarsi sulle spalle… che ne dici?

Pensa se mi fossi chiamato Carlo Sfiducia.

Cosa intendi con “Se non li convinci, confondili”? cosa vuoi raccontare in questa mostra?

Il titolo della mostra, “Se non li convinci, confondili” è il risultato di una serie di sintesi, è la forma sintattica più breve con cui esprimere l’idea della esistenza necessaria di alternative, specialmente alle convinzioni. O ti convinco, o ti confondo; non c’è via di scampo. E la confusione è, a livello comportamentale umano, la garanzia della rimessa in gioco delle carte, è la spinta per filtrare bene la realtà. Meglio una forte confusione che una convinzione debole.

Questa mostra è la mia prima personale di livello istituzionale e sono molto felice di esordire alla Galleria Civica di Bressanone. Ho ricevuto moltissimo sostegno da tutte le parti coinvolte in questa operazione, nonostante il rischio insito nell’idea che realizzeremo. Sarà il mio modo “visual” di contribuire a un discorso che è solitamente retorico e riservato a certi ambienti.

Vieni spesso considerato, nella scena artistica locale, un “cavallo pazzo”, ti ritrovi in questa definizione?

Ho pochi contatti diretti con la scena artistica, preferisco incontrare le persone da amici che da artisti, e credo sia, per questioni pratiche, un aspetto comune. Ora non so se sono cavallo pazzo nel lavoro o nella mia quotidianità, ma sicuramente in tutti e due i momenti mi succede di dover varcare certi limiti, imposti o innati e personali. Penso che determinate scelte siano conseguenza diretta del fatto che non ho un metodo di ricerca unicamente razionale o unicamente emotivo. Da qui forse questa definizione, che se è vera, mi lusinga e conferma la mia tesi sulla confusione.

Cosa miglioreresti del sistema arte altoatesino? Cosa invece trovi positivo?

Se l’Alto Adige mira all’eccellenza culturale, lo deve fare senza populismo o retorica, ma attraverso fatti concreti e progetti a lungo termine mirati a distillare il buono che può essere offerto in un contesto globale. La problematica fondamentale è definire per chi sia di vantaggio, oggi, il sistema arte altoatesino: per i consumatori, per i mediatori o per gli artisti? Abbiamo questa idea che ampliando le strutture si possa anche aumentare l’interesse del fruitore, io credo che sia importante migliorare il contenuto dell’offerta, non la sua forma. Il classico “poco ma buono”.

 

SE NON LI CONVINCI, CONFONDILI
Opening 9 marzo 2012 ore 18.45
Galleria Civica di Bressanone
Dal 9 al 31 marzo 2012

 

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are 3 comments for this article.