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March 5, 2012

London calling. Day #04. Occupy London

Cristina Vezzaro

Da una scuola elementare di Islington che sta per essere buttata giù per far posto a un condominio di lusso nasce un’idea, anzi una scuola di idee, la School of Ideas di Featherstone Street.

Il gruppo si chiama “Occupy London” e riecheggia Occupy Wall Street in formato più locale e semplice ma pur sempre di protesta, e la colorata scuola elementare ospita gruppi familiari e non.
Io ci vado per un Protest Poetry Workshop che sfocerà in uno spettacolo di Spoken Word. Ed è così che poeti più esperti e persone alle prime armi seguono le indicazioni di Pete Temp per tirare fuori da loro stessi qualcosa che li rappresenti, che li aiuti, che li liberi.
Il resto della domenica ad Islington sembra dormire, solo attorno al caffè Fix la scena si movimenta di nuovo. Dentro, poltrone in pelle un po’ sfondate e tavoloni in legno, grandi finestre che affacciano su una viuzza laterale e rivelano un fumatore affacciato alla finestra nonostante il freddo. Una bimba mangia un chocolate cookie più grande di lei mentre il padre tiene buona la sorellina prima di affrettarsi a riaffidarle entrambe alle cure della madre. Due amici sfogliano riviste e chiacchierano rilassati lasciando scorrere il tempo.
La luce sui tavoli e il jazz in sottofondo sembrano parlare la mia stessa lingua in questa fredda domenica invernale in cui mi scopro felice di essere – finalmente – a Londra.

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