
Pubblichiamo qui di seguito la presa di posizione del gruppo Democratic NetWork, in relazione al progetto del centro giovanile unico a Bolzano:
Halle 28, Mirò.. va bene, va meglio, sarebbe.. un luogo. Ma, come spesso accade nelle dispute, si avanza per slogan, nomi e parole al vento. Dove è la discussione sul progetto del centro giovanile unico pensato dal Comune? Sui giornali, bene. Ma di cosa parla? Di muri, di luoghi. Mai di funzioni, mai di gestione, mai di economia. I muri, soprattutto in un progetto così importante, devono essere la cornice di una realtà sentita dalla città, nella fattispecie dai giovani della città. Noi di Democratic NetWork crediamo che l’intera vicenda sia partita con il piede sbagliato. Siamo qui per segnalare una nostra visione, diversa, rispetto a quella emersa dalle pagine dei giornali locali.
Il centro giovanile unico serve, alla città di Bolzano e ai suoi giovani abitanti, solo se porta un valore aggiunto. Per ripetere l’esperienza fallimentare del KuBo, non c’è tempo, non ci sono soldi. Per creare l’ennesimo centro giovanile sottoutilizzato, no grazie, noi non ci stiamo.
Il centro giovanile unico deve essere invece un progetto nuovo, riempito di contenuti prima ancora che di muri, di idee (dei giovani possibilmente, e non del mondo adulto che si arroga il diritto di pensare per i giovani) e di tempi vivi. Sala per concerti? Non solo. Teatro? Perché no. Sala prove? Sì. Doposcuola autogestito? Carino. Ma prima bisogna discuterne, capire le esigenze di chi ha voglia di far sentire la propria voce. E allora noi, come Democratic NetWork, proponiamo questo. Una assemblea organizzata dal Comune, dal Servizio Giovani, da tutte le associazioni giovanili interessate, per parlare. Non decidere, ancora, ma confrontarsi, capirsi, ascoltarsi.
In seguito, magari, i giovani stessi potranno prendere in mano il progetto, coadiuvati dalle istituzioni, per rendere il nuovo centro un esperimento di gestione innovativa, democratica, nuova del bene comune.