London calling. Day #02: Casablanca

29.02.2012
London calling. Day #02: Casablanca

Ah, che spettacolo Casablanca su grande schermo.

Dalla Francia occupata della Seconda guerra mondiale giungono a Casablanca oppositori politici e fuggiaschi di tutta Europa in attesa di riuscire a fuggire negli Stati Uniti.
Rick (Humphrey Bogart) è un americano che, dopo aver combattuto in varie occasioni dalla parte degli oppressi ed essere fuggito dalla Francia occupata, ha aperto a Casablanca un Café américain con annesso casino in cui si svolgono traffici più o meno leciti e ci si scambiano informazioni di ogni tipo. Il suo aplomb gli permette di navigare tranquillo senza problemi fino a quando nel locale fa il suo ingresso la bellissima Ilsa (Ingrid Bergman) al braccio di Victor Laszlo, dissidente e fomentatore ricercato dai nazisti del Terzo Reich. Ora, mentre Victor era in campo di concentramento e veniva dato per morto, Ilsa e Rick, a Parigi, si innamoravano e vivevano un’appassionata storia d’amore fatta di poche domande e tanti baci. Con l’invasione della città da parte delle truppe tedesche decidono di fuggire insieme ma Ilsa non si presenterà all’appuntamento facendo perdere le sue tracce.
Solo dopo iniziali battibecchi alla ricerca di una verità incomprensibile Rick verrà a sapere che il marito dato per morto era tornato in vita proprio alla vigilia della loro fuga da Parigi e, per amore di Ilsa, rinuncerà a lei e li aiuterà nella loro rocambolesca fuga per l’America.
Ora, a parte alcuni dettagli tipo: chi l’ha detto che uno per amore rinuncia una seconda volta a quella che considera la donna della sua vita e che ora è disposta a scegliere lui?
E: chi è il disgraziato costumista che riesce a rovinare l’ineguagliabile eleganza di Ingrid Bergman con un cappello che sembra una scodella rovesciata in testa e abiti che di peggio non ce n’è?

Detto ciò, i primi piani su grande schermo della Bergman e di Bogart, i “Play it again, Sam” e “We’ll always have Paris” sono talmente parte di noi da essere commoventi.
L’applauso fragoroso che prorompe nella rossissima e vellutatissima sala 1 del British Film Institute di Southbank è l’espressione di un sincero riconoscimento universale.
Uscendo dal cinema ci si può fermare per un bicchiere al tavolo comunitario del Riverfront @ Southbank, che solo due file di bancarelle dei libri usati separano dal Tamigi, con la gente che si scalda per un venerdì sera londinese.

Il nostro finisce in un pub sotterraneo verso Charing Cross dove il vino è servito da camerieri italiani e piatti meno italiani e la temperatura mite fa infine optare per l’affollato tratto di strada tra il pub e il parco, con botti e ombrelloni e gente come fosse estate.

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