Music

February 8, 2012

Alessandro Ducoli, “Nella musica italiana manca il sangue”

Davide Ferrazzi

Giovedì 9 febbraio Alessandro Ducoli porterà sul palco del Teatro Cristallo (concerto organizzato da “Altrisuoni”) la sua originale proposta musicale a cavallo tra rock e musica d’autore. Franz lo ha intervistato.

Alessandro cosa ci farai sentire il 9 febbraio al Teatro Cristallo?

Il 9 presento la riedizione di “Brumantica” che è il disco a cui ho prestato le maggiori attenzioni, uscito nel 2006, quello prodotto meglio, anche se non posso dire io se è quello più riuscito o meno, suonato da una band di sicura fama (Ares Tavolazzi bassista degli Area per citarne uno). L’ho voluto ristampare perchè “Brumantica” mi ha dato le maggiori soddisfazioni, in più non mi era piaciuto il modo in cui era stato mixato: la produzione aveva dato troppo spazio alla musica e poco alla voce, che rimaneva un po’ indietro rispetto agli strumenti. Io poi non sono narciso, ma desideravo che si sentissero le parole dal momento che un disco di un cantautore. Al tempo erano state scelte delle linee vocali seguendo un discorso di interpretazione, mentre io volevo che ci fosse uno swing nelle parole…e una canzone senza swing è come un calcio nelle parti intime. In più ho recuperato alcune versioni di alcuni brani dalla preproduzione del disco, che magari possono sembrare più acerbe, ma che hanno un tocco in più di romanticismo. “Brumantica” è stato scritto insieme al chitarrista Mario Stivala.

Ho sentito di una seconda parte dello spettacolo del 9 febbraio centrata su un Ducoli che presenta la sua anima più rock. E’ vero?

Gli organizzatori volevano vedere la mia anima più borderliner, che è quella con cui vado in giro a fare il rock blues e il progetto si chiama i Lupita’s Project. Poi in realtà tutto ciò che è cantautorale esce come Ducoli, poi ho vari progetti dove scrivo in inglese con un repertorio più rock e folk, dove assumo dei nuovi pseudonimi e sono dischi che vengono prodotti per la “tassa obbligatoria” nei confronti del rock’n'roll.

Stai seguendo un tuo percorso evolutivo nella scrittura delle canzoni?

Penso di avere uno stile lirico abbastanza identificabile, tant’è che di tanto in tanto i giornalisti parlano di brano “ducolesco” (risata di Alessandro) … questo vuol dire che ho il mio modo di esprimermi.

C’è qualcosa che ti piace della musica italiana di oggi?

Ah ah ah ah ah ah-altra risata guascona di Alessandro- Mi piace Lorenzo Jovanotti. Sono disinformato, non compro più dischi, compro cd di musica straniera perchè sono interessato ai suoni. Mi piacciono i chitarristi molto dark americani o le cantanti nordeuropee che cantano in falsetto. Non scarico nulla dalla rete. Compro dischi da sempre ma non spendo più di di 3 o 4 euro. Se parliamo di vecchi cantautori ho le discografie complete di Bindi, Tenco, Endrigo, De Andrè, Dalla, Fossati, De Gregori, Conte, Faustò. Ieri è uscito il nuovo disco di Mark Lanegan, andrò a comprarlo, neanche per le canzoni ma principalmente per il suono.

Invece di musica italiana attuale, di “modernariato” nulla?

Mi hanno stufato tutti, esiste una noia ed un narcisismo nella musica italiana, manca il sangue…manca il sangue…Sinceramente se devo ascoltare cose che posso scrivere tranquillamente anch’io, non mi serve.

Vuoi mandare un invito alla popolazione di Bolzano per partecipare al tuo concerto del 9 febbraio al teatro Cristallo?

Io vi inviterei tutti, soprattutto le ragazze. Considera che è la prima volta che c’è un biglietto a pagamento per un mio concerto. Infatti ne ho comprati tre da incorniciare. Penso che non mi succederà mai più (risata). La banda è rodata e in forma smagliante, siamo sicuramente simpatici da vedere…sulla bellezza non ci metto la mano sul fuoco.

Sulla tua teatralità live la metto io la mano sul fuoco…ultima domanda: perchè non riesci a fare un passo in più nel panorama della musica italiana, a livello di riconoscimento da parte del mercato discografico?

Il meccanismo che sta all’interno della musica italiana secondo me è sbagliato nelle fondamenta. Qui in Italia non esiste una necessità di far maturare un progetto artistico nel tempo: qui bisogna vendere. In America se Bob Dylan facesse un disco brutto, nessuno si sognerebbe di dire che è un bel cd, non si fanno remore a dirlo nemmeno a Dylan. In Italia bisogna sempre dire che il disco è bello perchè la produzione a speso un tot di soldi. Ormai fare un disco non è più una spesa così costosa, se hai idee non è un problema. Io mi diverto molto. Le difficoltà maggiori sono quelle di girare con i live e questa è la cosa che più mi interessa.

Quindi facciamo un invito alle “donzelle” a partecipare al tuo concerto?

Sì…sono loro che possono salvare il rock’n'roll…sono loro che possono dare ancora molto…noi musicisti abbiamo già fatto abbastanza per salvarlo…A giovedì…

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Archive > Music