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January 20, 2012

Prospettive semiserie di analisi metatestuale sulla scrittura in Rete

El_Pinta

Chi mi conosce sa che sono estremamente riflessivo e solo in rare occasioni agisco d’impulso assecondando l’istinto. Questa non è una di quelle occasioni. Ho infatti riflettuto a lungo su cosa scrivere al mio esordio su Franz e infine mi sono detto che non sarebbe stato male, per celebrare quest’occasione, confezionare un bel post metalinguistico sulla scrittura in Rete, in fondo sono stato arruolato come blogger e facendo il copywirter in una web agency a ben guardare il mio lavoro e il mio hobby tutto sommato coincidono.

Un bel post metalinguistico, quindi, di quelli che, ne sono sicuro, quando il direttore Fabio Gobbato ne legge il titolo come minimo salta sulla sedia e comincia a maledire tutti i santi del calendario come farebbe James Jonah Jameson se Peter Parker gli portasse un servizio fotografico in cui l’Uomo Ragno salva una cucciolata di teneri animaletti assortiti – gattini, cagnolini e uccellini a la Angry Birds – regalata da una carampana capitalista (che nella mia mente ha le fattezze di Cece Van der Woodsen, la nonna intrallazzona e stronzissma in Gossip Girl) all’orfanotrofio del Bronx che sta per venire fatto saltare in aria da uno spietato gruppo di sabotatori/terroristi (nazisti, musi gialli, comunisti, cubani, pakistani, iracheni1 a seconda che preferiate l’Uomo Ragno vintage o una più attuale versione postmoderna). Il tutto naturalmente cantando Star Spangled Banner.

Bene, se il lettore (e spero anche il direttore) si è spinto fin qui nella lettura si sarà ben reso conto che di seriose disquisizione metatestuali non vi è traccia, al massimo averete colto i “velati” riferimenti intertestuali a videogiochi, fumetti e serie tv che dovrebbero avervi dato una visione sufficientemente distorta del sottoscritto.

Insomma, dopo avervi ammorbato proponendovi le mie personali idiosincrasie con la cultura pop è giunto il momento di affrontare l’argomento con una certa serietà.

Chiediamoci perciò cosa caratterizza la scrittura in Rete, cosa la rende peculiare rispetto ad altre forme di scrittura? Si tratta di una domanda che si è ripetuta diverse volte nel corso della rassegna La scrittura ai tempi di Internet che ho presentato a partire dalla fine di Ottobre presso la Biblioteca Civica di Bolzano (ecco che la mia identità segreta se ne va subito a farsi fottere), l’idea che mi sono fatto io è che una delle caratteristiche più interessanti della scrittura per la Rete siano le possibilità che questa offre nel dare vita a processi collaborativi.

Pensiamo ad esempio a un semplice post su un blog, del tutto simile a questo. Il commentario che lo accompagna diventa parte integrante del testo, lo completa e lo arricchisce. Certo la possibilità che una discussione si trasformi in un confronto muscolare (il classico gioco a chi ce l’ha più duro) o, al peggio, in un talk show televisivo (una specie di Annozero virtuale dova si fa a gara a buttarla in vacac) è alta, ma spesso bastano pochi e semplici accorgimenti per riuscire a mantenere la discussione sui binari ed evitare tragici deragliamenti. Anzi, quando in campo ci sono intelligenze acute e vi sono esplicitazione e condivisione di un metodo e di un progetto spesso il commentario si rivela essere uno di quei momenti di scambio, condivisione e sperimentazione di pratiche dialogiche di cui troppo spesso sentiamo la nostalgia anche nel mondo cosiddetto “reale”.

In Rete il testo può smettere di essere un oggetto finito per aprirsi a una dimensione interattiva in cui il lettore contribuisce attivamente alla creazione del senso, diventando a tutti gli effetti un co-autore.

È proprio a partire da una riflessione sulla nozione di autorialità che si sviluppa uno dei più interessanti progetti di scrittura collettiva che hanno visto la luce negli ultimi anni, sto parlando del progetto SIC Scrittura Industriale Collettiva.

Ideato dagli scrittori Gregorio Magini e Vanni Santoni, il progetto SIC è un metodo di scrittura collettiva pensato e sperimentato per permettere a gruppi di grandi dimensioni di realizzare testi di vario tipo (racconti, romanzi, sceneggiature, ecc.). Attraverso un sistema di schede modulari grazie a cui vengono costruiti tutti gli elementi della narrazione questa viene costruita in base a un lavoro di sintesi della scrittura che si colloca a metà strada tra le pratiche di montaggio cinematografico e il web design. Non a caso il metodo SIC ha forti affinità con il concetto di composizione, sviluppato da Lev Manovich per descrivere le pratiche di campionamento e costruzione del senso tipiche della cultura digitale.

Insomma, scrivere in e per la Rete è un’attività che presenta particolarità che vanno approfondite e sperimentate, ed è quanto cercherò di fare in questo spazio proponendo non soltanto contenuti che spero il lettore saprà gradire, ma anche forme in grado di sfruttare le possibilità che la Rete ci mette a disposizione.

1E si, lo so che nei fumetti Marvel probabilmente i sabotatori/terroristi non sono altro che pedine nelle mani del villain di turno, sia Kingpin o Norman Osborne, per cui se la fuori c’è qualche nitpicker dal commento facile si risparmi di farmelo notare con tono sprezzante e cerchi almeno di essere originale.

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