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January 18, 2012

L’industriale: matrimonio in… crisi economica

Jimmy Milanese

VOTO: 8

“Tre film al giorno, tre libri alla settimana e dischi di buona musica faranno la felicità fino alla mia morte”. Più o meno in questi termini, François Truffaut descrisse il suo rapporto personale nei confronti delle arti che amava: cinema, letteratura e musica.

Più o meno il modo attraverso il quale mi piacerebbe trascorrere le giornate, le settimane e in generale la mia esistenza. Purtroppo, innumerevoli altri piccoli impegni impediscono a chiunque questo tipo di esistenza. Anzi, spesso è l’esistenza stessa che ti sottrae il tempo per un buon film al cinema, ti stanca da non riuscire più a leggere o ti riempie la testa di pensieri fino al punto di farti desiderare l’assoluto silenzio. Più o meno quello che è capitato a Nicola (Pierfrancesco Savino): industriale per lascito paterno,  sposato con Laura (Carolina Crescentini), affascinante discendente di una ricchissima famiglia torinese che mal sopporta quel matrimonio.

Dopo otto anni di matrimonio, consumato nella ricchezza materiale e spirituale, la crisi dell’economia mondiale s’insinua tanto nella fabbrica di Nicola, quanto nel rapporto matrimoniale.

Le opzioni, classiche in questo caso, ovvero, dismissione dell’azienda decotta, richiesta d’aiuto alla ricca famiglia di lei e tradimento incrociato, sono lasciate sullo sfondo come remota possibilità. Invece, i due coniugi decidono di lottare sui due fronti, e lo fanno seguendo strade parallele che s’incontreranno solo nell’epilogo del film, in modo drammatico, anzi, tragico, al punto da distruggere tutto quello che la crisi economica non era riuscita a fare. Le redini di questa storia sono totalmente in mano alla moglie, anche se la cinepresa di Giuliano Montaldo segue costantemente uno s-t-r-a-t-o-s-f-e-r-i-c-o! Pierfrancesco Savino. Il ritratto “noir” di un industriale alle prese con un orgoglio personale gestito male e confuso con l’interesse collettivo dei suoi dipendenti, e del tutto incapace di trarre le somme sia dal fallimento professionale sia da quello matrimoniale, porterà l’azione alle estreme e impreviste conseguente.

Una storia perfettamente calata nel mondo così-detto reale e attuale, nella quale una profonda critica alle logiche della finanza e del liberismo spinto si fonde con le istanze più squisitamente sociali e intime di una famiglia che, sebbene estremamente ricca, subisce pesantemente gli effetti di questo recesso economico e sociale, ormai fuori dal controllo dei singoli individui.

www.filmclub.it

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