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January 10, 2012

Viaggio negli Emirati #05: Arabian Desert

Cristina Vezzaro

Non amo affatto le cose organizzate, ma come ci vado altrimenti nel deserto? Per cui si parte, in una Land Cruiser, e ci si avvia sull’autostrada in direzione sud. Si costeggiano quartieri con ville e giardini, gated communities dove la gente vive quasi come in un villaggio turistico: guardie all’ingresso, una reception, supermercato, caffè ristorante e villette tutte uguali allineate con numeri progressivi. L’autostrada sembra poi tracciare una rettilinea nel deserto. La strada è costeggiata dalle palme e si riescono a intravvedere solo di sfuggita negozi e vita.

Piano piano la vegetazione, già rada, si dirada ulteriormente, e ai sobborghi della città si sostituiscono paesini e agglomerati di case. Fino a quando l’auto non lascia la strada asfaltata per immettersi in una strada sterrata che si allontana sempre più verso colline desertiche. Ben presto arriviamo a una fattoria di allevamento dei cammelli, nostra prima tappa. Ora, a parte che la confusione tra cammelli e dromedari è infinita, ma se non ricordo male quelli a una gobba sono dromedari e questi senza dubbio hanno una sola gobba, chiamateli come volete; sono animali evidentemente abituati alla presenza degli uomini, che addirittura si avvicinano e volentieri si lasciano accarezzare.

Prosegue quindi l’avventura, in compagnia di diverse Land Cruiser che percorrono tutte un tracciato oramai noto attraverso quelle che piano piano prendono la forma di vere e proprie dune nel deserto. Non altissime, ma pur sempre dune. E allora su e giù, come già tra le dune dell’Oregon, su e giù e derapando mentre si ammira un paesaggio affascinante e si fa una sosta per arrampicarsi in cima a un dosso ad ammirare il tramonto. Un cammello, questa volta in libertà, si guarda attorno mentre passiamo, quindi si arriva all’accampamento, dove ci attendono gli addestratori di falchi. La falconeria è infatti uno degli sport più popolari negli Emirati Arabi. L’accampamento ci accoglie con il tradizionale henné e le danze classiche che gli uomini fanno con un lungo bastone uncinato (tipo majorettes per intenderci, ma a ritmi e melodie ben diversi) in occasione dei matrimoni e delle feste. La notte scende presto, il caldo lascia il posto al freddo e quando si spengono le luci dell’accampamento si può godere della vista di un imponente cielo stellato.

Sulla strada del ritorno si fatica a riprendere le abitudini del mondo civilizzato, anche se, ora che è notte, dietro ai filari di palme che costeggiano l’autostrada si intravvedono file e file di negozi ancora aperti a ora tarda con le loro luci e la loro merce. Fino a tornare alle luci della città.

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