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January 3, 2012

Viaggio negli Emirati Arabi #01:
Abu Dhabi International Airport

Cristina Vezzaro

L’itto con l’aeroporto di Abu Dhabi è dei migliori. Fin quando non si arriva al controllo passaporti, dove una massa informe e scomposta di gente aspetta il suo turno. È quasi mezzanotte. La mezzanotte del 31 dicembre.

Credevo che atterrare alla mezzanotte di Capodanno fosse di buon auspicio per il nuovo anno.

Un problema al computer sembra bloccare tutto. Almeno mezz’ora passa così. Il primo colpo d’occhio agli sportelli del controllo doganale è di quelli che lasciano un segno. Perché, attaccati ai loro BlackBerry in attesa che i PC riprendano a funzionare, ci sono tanti piccoli sceicchi o perlomeno l’immagine che di loro ho sempre avuto. Immacolati nelle loro lunghe vesti bianche con tanto di velo in testa bloccato da un cordoncino nero attorcigliato a mo’ di corona di spine di Cristo. A loro si accompagnano poliziotte in rigorosa divisa verde con gonna a terra e jilbab in testa bloccato da cappello.

Al colpo d’occhio iniziale subentra ben presto l’abitudine. Una guarda ci intima di metterci rigorosamente in coda ed è lì che capito in mezzo a un gruppo di vacanzieri italiani. Pensavo di essere stata originale a venire negli Emirati Arabi, a quanto pare è destinazione abituale per gruppi vacanza Piemonte, questa volta in versione crociera.

Nella fila accanto, un folto gruppo famiglia che più arabo non si può si fa strada con sacchetti di Harrods, borse di Gucci e gadget tecnologici di ogni genere. Da Heathrow con amore, forse addirittura un’unica famiglia che da sola potrebbe coprire metà del debito pubblico italiano. Non molto più in là, sullo sfondo, il netto contrasto: una lenta trafila doganale per uomini in tute da ginnastica e caschetti di un’azienda in testa, manodopera a basso costo, probabilmente del Bangladesh, in cerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli. Tutta questa umanità che nel mondo intero si sposta alla ricerca di una vita migliore mi sembra di colpo un criceto che si danna in una ruota camminando fermo su se stesso.

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